Valganciclovir

Valganciclovir

 

Il valganciclovir si usa per curare le infezioni dell’occhio provocate da citomegalovirus in persone affette da AIDS.

Viene anche usato per prevenire il citomegalovirus nelle persone a rischio alto che hanno subito un trapianto di reni, cuore o reni-pancreas.

 

Che cos’è il valganciclovir?

Si tratta di un profarmaco che una volta preso si tramuta in ganciclovir a livello di fegato e intestino. È questo principio attivo che svolge la vera e propria azione antivirale. Nello specifico, il ganciclovir blocca la sintesi del DNA del citomegalovirus, fermandone sviluppo e riproduzione.

 

Come si prende il valganciclovir?

Il valganciclovir si prende per bocca, dopo aver mangiato.

 

Effetti collaterali del valganciclovir

Il vangaciclovir può provocare seri disturbi al midollo osseo. È anche stato collegato all’insorgenza del cancro e al rigetto di certi organi trapiantati.

 

Tra gli altri suoi eventuali effetti collaterali troviamo anche:

diarrea

dolore alla testa

nausea

dolore allo stomaco

problemi del sonno

vomito

 

È fondamentale avvertire immediatamente un dottore in presenza di:

rash

orticaria

problemi respiratori

sensazione di oppressione al petto

gonfiore di bocca, viso, labbra o lingua

confusione

urine scure

problemi di coordinazione

allucinazioni

battito cardiaco irregolare

cambiamenti d’umore o del comportamento

debolezza muscolare

intorpidimento o pizzicore alla cute, alle mani o ai piedi

pallore

convulsioni

dolore alla testa, capogiri o sonnolenza intensi o continui

gonfiori di braccia o gambe

emorragie

sintomi di un’infezione in corso

disturbi renali

tremori

movimenti instabili

stanchezza o debolezza eccessive

disturbi alla vista

ittero

 

Controindicazioni e avvertenze

Il valganciclovir potrebbe non essere indicato in presenza di livelli molto bassi di globuli rossi, bianchi o piastrine, in presenza di dialisi e se si sta prendendo ganciclovir.

 

Prima di prendere valganciclovir è fondamentale avvertire il dottore:

di probabili allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, a ogni altro medicinale (nello specifico al ganciclovir), a cibi o ad altre sostanze

dei farmaci, dei fitoterapici e degli integratori presi, nello specifico zidovudina, medicinali potenzialmente nocivi per i reni, micofenolato mofetile, acido micofenolico, probenecid, didanosina e ogni medicinale che potrebbe provocare disturbi al midollo osseo o indebolire il sistema immunitario

se si soffre (o si ha sofferto) di disturbi renali, citomegalovirus congenito, disturbi alle cellule del sangue, alle piastrine o al midollo osseo

in presenza di trapianto di cuore, di reni o di reni-pancreas

in presenza di radioterapia o chemioterapia (anche recente)

in presenza di disidratazione

in presenza di gravidanza o allattamento

Il medicinale può alterare le capacità di guidare e di manovrare macchinari pericolosi. Questo effetto collaterale può aggravarsi consumando alcolici e certi farmaci.

 

Durante la cura è meglio evitare la disidratazione e fare tutti agli esami consigliati dal dottore.

Inoltre le donne fertili e gli uomini devono usare efficaci metodi contraccettivi sia quando prendono il farmaco, che per almeno 30 (nel caso delle donne) o 90 (nel caso degli uomini) giorni dopo all’interruzione della cura.

È meglio avvertire dottori, chirurghi e dentisti dell’assunzione di valganciclovir.

Vandetanib

Vandetanib

 

Il vandetanib si usa nella terapia del carcinoma midollare della tiroide.

 

Che cos’è il vandetanib?

Si tratta di un inibitore degli enzimi chinasi. Opera prevenendo lo sviluppo delle cellule tumorali.

 

Come si prende il vandetanib?

Il vandetanib si assume per bocca.

 

Effetti collaterali del vandetanib

Il vandetanib può provocare gravi emorragie e accrescere il pericolo di ictus. Può anche provocare gravi rash cutanei, accrescere la sensibilità della cute al sole e incrementare il pericolo di gravi scompensi cardiaci, di sindrome leucoencefalopatica e di patologie interstiziali polmonari.

 

Tra gli altri suoi eventuali effetti collaterali troviamo anche:

acne

diarrea

secchezza della bocca

secchezza cutanea

caduta dei capelli

dolore alla testa

perdita dell’appetito

leggero dolore o disturbo allo stomaco

alterazioni nell’aspetto delle unghie

nausea

alterazioni del gusto

stanchezza

infezioni delle vie aeree superiori

vomito

 

È fondamentale avvertire immediatamente un dottore in presenza di:

rash

orticaria

problemi respiratori

sensazione di oppressione al petto

gonfiore di bocca, viso, labbra o lingua

ferite che non si rimarginano

pensieri o ragionamenti preoccupanti o inusuali

sangue nelle urine o nell’espettorato

svenimenti

battito cardiaco accelerato o irregolare

febbre, brividi o dolore alla gola continuo

dolori articolari

senso di avere la testa leggera

disturbi psicologici o del comportamento

piaghe o vesciche in bocca

dolori, spasmi o crampi muscolari

intorpidimento o pizzicore a labbra, lingua, dita delle mani o piedi

tosse intensa o continua

diarrea, capogiri, dolore alla testa, stanchezza o debolezza intensi o continui

indolenza

repentini disturbi di coordinazione, a camminare o di equilibrio

pizzicore, male, arrossamento o gonfiore dei palmi delle mani o della pianta dei piedi

emorragie o lividi

stanchezza inusuale

disturbi alla vista

vomito che sembra caffè

 

Controindicazioni e avvertenze

Il vandetanib può non essere indicato in caso di certe anomalie del battito cardiaco, di uno scompenso cardiaco non monitorato, di disturbi epatici, di bassi livelli ematici di potassio, calcio o magnesio e in presenza di emorragie o in casp di sangue nell’espettorato.

Inoltre non si dovrebbe prendere combinato con l’iperico, con antiaritmici o con ogni medicinale che incrementi il pericolo di allungamento dell’intervallo QT.

L’assunzione del medicinale può alterare la capacità di guidare e di manovrare macchinari pericolosi; questo effetto può aggravarsi con alcolici e certi farmaci.

 

Prima di cominciare la cura con vandetanib è fondamentale avvertire il dottore:

di probabili allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, a ogni altro medicinale, a cibi o ad altre sostanze

dei farmaci, dei fitoterapici e degli integratori presi, nello specifico medicinali per le allergie, l’asma o altri disturbi respiratori, disturbi cardiaci, dipendenza dai narcotici, nausea o vomito, dolore, convulsioni, sindrome di Tourette e immunosoppressori, cura ormonale sostitutiva o iperico

se si soffre (o si ha sofferto) di allungamento dell’intervallo QT o altri disturbi cardiaci, problemi renali, polmonari, respiratori o emorragici, pressione elevata, cambiamenti nei livelli di elettroliti nel sangue, ipotiroidismo, livelli alti di TSH, sangue nell’espettorato, disturbi cutanei, diarrea, globuli bianchi o piastrine bassi

in presenza di infarto o ictus

in presenza di casi di prolungamento dell’intervallo QT in famiglia

in presenza di gravidanza o allattamento

 

È fondamentale avvertire i dottori, i chirurghi e i dentisti che si è in cura con vandetanib.

Le donne in età fertile devono fare uso di anticoncezionali efficaci sia durante la terapia che nei 4 (o più) mesi dopo averla smessa.

Vilazodone

Vilazodone

 

Il vilazodone si usa soprattutto nella cura della depressione.

 

Che cos’è il vilazodone?

Si tratta di un antidepressivo. Si ritiene che operi accrescendo l’attività del neurotrasmettitore serotonina, facilitando così il miglioramento dell’umore.

 

Come si prende il vilazodone?

Il vilazodone si prende per bocca.

 

Effetti collaterali del vilazodone

Il vilazodone viene collegato al pericolo di comparsa della sindrome serotoninergica. Può anche accrescere il pericolo di emorragie, di disturbi agli occhi e di mancanza di sodio nel sangue.

 

Tra gli altri suoi eventuali effetti collaterali troviamo anche:

diarrea

capogiri

sonnolenza

secchezza della bocca

nausea

dolore allo stomaco

insonnia

vomito

 

È fondamentale avvertire immediatamente un dottore in presenza di:

rash

orticaria

problemi respiratori

sensazione di oppressione al petto

gonfiore di bocca, viso, labbra o lingua

alterazioni del comportamento

urine scure

coordinazione diminuita

disturbi nella sfera sessuale

svenimenti

allucinazioni

battito cardiaco irregolare

comparsa di agitazione, ansia, depressione, attacchi di panico, aggressività, impulsività, irritabilità, ostilità, sensazione di benessere eccessivo, irrequietezza, insonnia o incapacità a stare fermi o peggioramento di disturbi di questo tipo preesistenti

convulsioni

capogiri seri o persistenti

istinti suicidi

emorragie

tremori

 

Controindicazioni e avvertenze

Il vilazodone non è indicato in presenza di assunzione di linezolid o di MAO inibitori nei 14 giorni prima della sua assunzione.

L’assunzione del medicinale può alterare la capacità di guidare e di manovrare macchinari pericolosi; questo effetto può aggravarsi consumando alcolici e certi farmaci.

 

Prima della terapia con vilazodone è fondamentale avvertire il dottore:

di probabili allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, a ogni altro medicinale, a cibi o ad altre sostanze

dei farmaci, dei fitoterapici e degli integratori presi, nello specifico medicinali che contengono blu di metilene, farmaci per le allergie, pillola abortiva, farmaci contro dolore, allergie, sindrome di Cushing, depressione o altri disturbi psicologici, problemi cardiaci, epatite C, HIV, infezioni, emicrania, nausea o vomito, disturbi gastrointestinali, gonfiore o ritenzione idrica o per perdere peso, anticovulsivanti, anticoagulanti, infusi alle erbe, coenzima Q10, aglio, ginseng, gingko e iperico

se si soffre (o si ha sofferto) di ipovolemia, pressione bassa, sodio basso nel sangue, disidratazione, disturbo bipolare o altri disturbi psicologici, abuso di alcolici o di sostanze, problemi epatici o renali, problemi emorragici, incremento della pressione nell’occhio, glaucoma o convulsioni

in presenza di disturbo bipolare o altri disturbi psicologici, istinti suicidi abuso di alcolici o di sostanze in famiglia

se si consumano alcolici

in presenza di istinti suicidi

nel caso in cui si segua una dieta a basso contenuto di sodio

in presenza di gravidanza o allattamento

 

È fondamentale avvertire dottori, chirurghi e dentisti dell’assunzione di vilazodone.

Beta-ecdisterone

Beta-ecdisterone

 

Che cos’è il beta-ecdisterone?

Si tratta di un ormone generato dagli invertebrati, in cui monitora processi tipo differenziamento cellulare, crescita e sviluppo. Inoltre viene prodotto anche da certi animali acquatici e piante e si può sintetizzare in laboratorio a cominciare dal colesterolo.

 

A cosa serve il beta-ecdisterone?

Il beta-ecdisterone si usa per accrescere i livelli di testosterone, un ormone collegato alla crescita della forza e della massa muscolare. Anche il beta-ecdisterone collaborerebbe all’aumento della massa muscolare; prenderlo potrebbe favorire la sintesi delle proteine e del glicogeno (la riserva di zuccheri dell’organismo), l’attività del fegato, un giusto metabolismo dei lipidi, la produzione di tessuto osseo e la calcificazione delle ossa, e bilancerebbe positivamente il funzionamento del sistema immunitario.

 

Ad oggi molti integratori a base di beta-ecdisterone vengono consigliati per facilitare la crescita della massa muscolare e ottimizzare le prestazioni atletiche. Nello specifico, l’ecdisterone collaborerebbe ad accrescere la resistenza, pungolare il metabolismo, affinare il funzionamento dei nervi, facilitare la produzione di globuli rossi, diminuire la glicemia, minimizzare il tessuto adiposo, perfezionare la salute di molti organi e prevenire la perdita di massa muscolare.

Non esistono però prove definitive della loro efficacia e non risulta che l’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) abbia promosso claim che ne giustifichino la potenziale efficacia quando vengono presi agli scopi proposti.

 

Avvertenze ed eventuali controindicazioni

L’assunzione di integratori di beta-ecdisterone non pare essere collegata al pericolo di specifici effetti collaterali. Nello specifico, l’ecdisterone non condurrebbe alla crescita di caratteristiche tipicamente maschili, non sarebbe tossico per il fegato, non avrebbe effetti collaterali sui testicoli e non verrebbe tramutato in composti estrogenici.

Prima di prendere prodotti di questo tipo è però sempre meglio consigliarsi con il proprio dottore per non incorrere in possibili controindicazioni. Inoltre è bene rammentare che non ci sono abbastanza prove per provarne la sicurezza durante gravidanza e allattamento.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate sono solo indicazioni generali e non soppiantano in nessuna maniera l’opinione medica. Per assicurarsi un’alimentazione sana e bilanciata è sempre meglio fare affidamento sui consigli del proprio medico curante o di un esperto nutrizionista.

Viomicina

Viomicina

 

La viomicina è un ingrediente del cocktail di medicinali usato per ostacolare le infezioni provocate dal Mycobacterium tubercolosis.

 

Che cos’è la viomicina?

Si tratta di una tuberactinomicina. Opera disturbando la sintesi delle proteine da parte dei batteri. Per riuscirci si lega alla superficie dei loro ribosomi, organuli addetti precisamente alla sintesi delle proteine.

 

Come si prende la viomicina?

Di solito la viomicina si assume tramite infusioni in vena.

 

Effetti collaterali della viomicina

È fondamentale avvertire immediatamente un dottore nel caso in cui prendere la viomicina dovesse provocare:

rash

orticaria

prurito

problemi respiratori

sensazione di oppressione al petto

gonfiore di bocca, viso, labbra o lingua

 

Controindicazioni e avvertenze

Prima di prendere la viomicina è fondamentale avvertire sempre il dottore:

di probabili allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, a ogni altro medicinale, a cibi o ad altre sostanze

dei farmaci, dei fitoterapici e degli integratori presi

delle patologie di cui si soffre (o si ha sofferto)

in presenza di gravidanza o allattamento

Zanamivir

Zanamivir

 

Lo Zanamivir si usa soprattutto per curare numerose forme influenzali in persone di età superiore ai 7 anni in cui i sintomi non durano da più di 2 giorni.

Si può anche usare per prevenire l’influenza a cominciare dai 5 anni di età.

 

Che cos’è lo Zanamivir?

Si tratta di un antivirale. Opera arrestando lo sviluppo e la propagazione dei virus che interessano l’apparto respiratorio. Il suo meccanismo d’azione pare prevedere l’inibizione di una proteina virale e il conseguente cambiamento della capacità di propagazione del virus.

 

Come si prende lo Zanamivir?

Lo Zanamivir si prende in forma di polvere da inalare.

 

Effetti collaterali dello Zanamivir

Tra gli eventuali effetti collaterali dello zanamivir si trovano anche:

tosse

diarrea

capogiri

dolore alla testa

nausea

sinusite

dolore alla gola

naso chiuso

vomito

 

È fondamentale avvertire immediatamente un dottore in presenza di:

rash

orticaria

problemi respiratori

sensazione di oppressione al petto

gonfiore di bocca, viso, labbra o lingua

stato confusionale

allucinazioni

battito cardiaco irregolare

mutamenti d’umore

cute arrossata, gonfia o che si desquama

convulsioni

fiato corto

febbre, brividi, dolore alla gola continuo e altri sintomi di infezione in corso

problemi di deglutizione

respiro sibilante

 

Avvertenze

Lo Zanamivir può alterare le capacità di guidare o di manovrare macchinari pericolosi. Questo effetto collaterale può aggravarsi consumando alcolici o certi medicinali.

Possibili broncodilatatori si devono prendere prima dello zanamivir.

Prima di prendere Zanamivir è fondamentale avvertire il dottore:

di probabili allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti o a ogni altro medicinale o cibo, nello specifico al lattosio o alle proteine del latte

degli altri farmaci, dei fitoterapici e degli integratori che si stanno prendendo, nello specifico vaccino per l’influenza nella sua forma viva attenuata da prendere per via intranasale e broncodilatatori

nel caso in cui si soffra (o si abbia sofferto) di problemi cardiaci, polmonari, respiratori, psichiatrici o psicologici

in presenza di gravidanza o allattamento al seno

 

Bisogna anche sempre avvertire dottori, chirurghi e dentisti delle terapie con zanamivir.

 

Prenotazioni

B&P

arese

5×1000

Zidovudina

Zidovudina

 

La Zidovudina si usa in combinazione ad altri medicinali per curare le infezioni da HIV.

Inoltre, si può anche usare, sempre combinata con altri principi attivi, per minimizzare il pericolo di trasmissione del virus da madre a figlio durante la gestazione.

 

Che cos’è la Zidovudina?

La Zidovudina opera arrestando la riproduzione dell’HIV.

 

Come si prende la Zidovudina?

La Zidovudina può essere data da personale medico direttamente in vena, o può essere assunta per bocca in forma di pastiglie, capsule o sciroppo.

 

Effetti collaterali della Zidovudina

La Zidovudina si può collegare a seri effetti collaterali a livello del midollo osseo, principalmente in presenza di infezione da HIV in stadio avanzato. Per questo è fondamentale avvertire il dottore in presenza di anemia o infezioni.

Prendere il medicinale per molto tempo è anche stato collegato a dolori muscolari.

 

Infine, questa tipologia di farmaci è stata collegati ad acidosi lattica (riscontrata più spesso tra i soggetti obesi, le donne e nelle terapie prolungate con certi medicinali per l’HIV), a seri disturbi epatici e alla sindrome di Stevens-Johnson, una grave reazione cutanea.

 

Tra gli altri eventuali effetti collaterali della zidovudina troviamo anche:

costipazione

dolore alla testa

calo dell’appetito

nausea

stanchezza

vomito

debolezza

 

È anche fondamentale avvertire immediatamente un dottore in presenza di:

rash

orticaria

prurito

problemi respiratori

senso di oppressione al petto

gonfiore di bocca, viso, labbra o lingua

dolori muscolari, crampi o debolezza

febbre, brividi, tosse o dolore alla gola continui, minzione diminuita o dolorosa

respiro accelerato, battito cardiaco accelerato o irregolare, nausea, sonnolenza, vomito, fiato corto, indolenza, capogiri o senso di avere la testa leggera, freddo

ittero, urine scure, feci pallide, forte o persistente perdita dell’appetito, nausea, dolore allo stomaco

intenso dolore allo stomaco o alla schiena, anche combinati con nausea o vomito

 

Avvertenze

Durante la terapia con Zidovudina è meglio evitare il contatto con persone alle prese con infezioni.

Prima di cominciare a prendere il medicinale è fondamentale avvertire il dottore:

di probabili allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti o a ogni altro medicinale o cibo

degli altri farmaci, dei fitoterapici e degli integratori che si stanno prendendo, nello specifico doxorubicina, ribavirina, stavudina, ganciclovir o ogni altro farmaco che contiene zidovudina

se si soffre (o si ha sofferto) di disturbi al midollo osseo, acidosi lattica, disturbi renali, pancreatite. Epatite C, cirrosi o altri disturbi epatici

se si hanno mai avuto problemi di abuso di alcolici

in presenza di dialisi

in presenza di grave sovrappeso

nell’eventualità di gravidanza o allattamento al seno

Ziprasidone

Ziprasidone

 

Lo ziprasidone si usa nella terapia dell’agitazione acuta che può presentarsi in certe persone affette da schizofrenia.

 

Che cos’è lo ziprasidone?

Si tratta di un antipsicotico. Si ritiene che operi alterando i livelli di certe sostanze che monitorano, a livello cerebrale, il ragionamento e il comportamento.

 

Come si prende lo ziprasidone?

Lo ziprasidone si può prendere tramite iniezioni intramuscolari o in forma di capsule da prendere per bocca.

 

Effetti collaterali dello ziprasidone

Il ziprasidone può accrescere il pericolo di colpo di calore, di sindrome neurolettica maligna e di reazioni cutanee molto serie. Inoltre può provocare erezioni prolungate e dolorose o movimenti muscolari incontrollati, incrementare gli zuccheri e la prolattina nel sangue e diminuire la capacità di ostacolare le infezioni.

 

Tra gli altri suoi eventuali effetti collaterali si trovano anche:

ansia

costipazione

diarrea

capogiri

sonnolenza

secchezza della bocca

stanchezza o sonnolenza inusuali

incremento della tosse o naso che cola

perdita dell’appetito

nausea

male nel punto di iniezione

irrequietezza

disturbi allo stomaco

vomito

debolezza

crescita di peso

 

È fondamentale avvertire immediatamente un dottore in presenza di:

rash

orticaria

problemi respiratori

sensazione di oppressione o male al petto

gonfiore di bocca, viso, labbra o lingua

raucedine inusuale

pensieri anomali

confusione

problemi a parlare o a deglutire

svenimenti

battito cardiaco accelerato, rallentato o irregolare

febbre, brividi o dolore alla gola continuo

impossibilità a muoversi

rigidità muscolare

spasmi muscolari o tic

senso di colpi al petto

convulsioni

capogiri intensi o continui

fiato corto

crescita di peso repentina e immotivata

istinti suicidi

sudorazione

gonfiore di mani, caviglie o piedi

ghiandole gonfie

disturbi renali

disturbi epatici

pancreatite

tremori

movimenti incontrollati

comportamento inusuale

disturbi alla vista

 

Controindicazioni e avvertenze

Lo ziprasidone non è indicato in presenza di infarto recente, di serio scompenso cardiaco e di certi disturbi cardiaci.

Inoltre non si dovrebbe prendere in combinazione con amiodarone, arsenico, clorpromazina, disopiramide, dofetilide, dolasetron, dronedarone, droperidolo, gatifloxacina, alofantrina, ibutilide, levacetilmetadolo, neflochina, mesoridazina, moxifloxacina, pentamidina, pimozide, probucolo, procainamide, chinidina, sotalolo, sparfloxacina, tacrolimus, tioridazina o ogni medicinale che può allungare l’intervallo QT.

Prendere il medicinale può alterare la capacità di guidare e di manovrare macchinari pericolosi e questo effetto può aggravarsi consumando alcolici e certi farmaci. Inoltre, gli alcolici, il caldo, l’esercizio e la febbre possono accrescere i capogiri provocati dalla cura. Per questo è meglio alzarsi lentamente quando sdraiati o seduti, principalmente di mattina, e sedersi alla prima avvisaglia di giramento di testa.

Prima della terapia con ziprasidone è fondamentale avvertire il dottore:

di probabili allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, a ogni altro medicinale, a cibi o ad altre sostanze

dei farmaci, dei fitoterapici e degli integratori presi, nello specifico amiodarone, arsenico, clorpromazina, disopiramide, dofetilide, dolasetron, dronedarone, droperidolo, gatifloxacina, alofantrina, ibutilide, levacetilmetadolo, meflochina, mesoridaziona, moxifloxacina, pentamidina, pimozide, probucolo, procainamide, chinidina, sotalolo, sparfloxacina, tacrolimus, tioridazina, ketoconazolo e carbamazepina

se si soffre (o si ha sofferto) di svenimenti o capogiri, disturbi cardiaci, potassio o magnesio bassi nel sangue, ipovolemia, globuli bianchi bassi, problemi del movimento, diabete, disturbi renali o epatici, pressione bassa, convulsioni, problemi di deglutizione, sindrome neurolettica maligna, Alzheimer o altre forme di demenza, diabete, prolattina alta nel sangue o tumori

in presenza di ictus o infarto

in presenza di istinti suicidi

in presenza di casi di diabete in famiglia

se si è in sovrappeso

in presenza di pericolo di cancro al seno

se si è disidratati, se si consumano alcolici o se si è esposti a temperature alte

in presenza di gravidanza o allattamento

Zonisamide

Zonisamide

 

La zonisamide si usa nella terapia di certe tipologie di convulsioni che interessano le persone affette da epilessia.

 

Che cos’è la zonisamide?

Si tratta di un anticonvulsivante. Il suo preciso meccanismo di funzionamento non si conosce.

 

Come si prende la zonisamide?

La zonisamide si assume per bocca. Di solito si usa insieme ad altri medicinali.

 

Effetti collaterali della zonisamide

La zonisamide potrebbe venire collegata a serie reazioni cutanee, diminuzione della sudorazione (principalmente nei bambini) che può condurre a colpo di calore, acidosi metabolica e istinti suicidi.

 

Tra gli altri suoi eventuali effetti collaterali possiamo trovare anche:

diarrea

capogiri

sonnolenza

dolore alla testa

perdita dell’appetito

nausea

stanchezza

insonnia

 

È fondamentale avvertire immediatamente un dottore in presenza di:

rash

orticaria

problemi respiratori

sensazione di oppressione al petto

gonfiore di bocca, viso, labbra o lingua

dolore alle ossa

bruciore, intorpidimento o pizzicori

alterazioni nella quantità di urina prodotta

confusione

diminuzione delle capacità di coordinazione

diminuzione della sudorazione

disturbi alla vista

disturbi di memoria

nuove convulsioni o peggioramento di quelle preesistenti

grave debolezza o dolore ai muscoli

sonnolenza intensa o continua

gonfiore di mani, caviglie o piedi

calcoli renali

tremori

problemi di movimento

problemi a parlare

problemi di ragionamento o di concentrazione

strani movimenti degli occhi

pensieri inusuali e preoccupanti

 

Controindicazioni e avvertenze

La zonisamide non è indicata in presenza di scompenso renale.

L’assunzione del medicinale può alterare la capacità di guidare e di manovrare macchinari pericolosi; questo effetto può aggravarsi consumando alcolici e certi farmaci.

Prima della terapia con zonisamide è fondamentale avvertire il dottore:

di probabili allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, a ogni altro medicinale (nello specifico all’aspirina), a cibi o ad altre sostanze (nello specifico il colorante tartrazina – CI 19140)

dei farmaci, dei fitoterapici e degli integratori presi, nello specifico inibitori dell’anidrasi carbonica e anticolinergici

se si soffre (o si ha sofferto) di status epilepticus, disturbi renali o epatici, calcoli ai reni, disturbi polmonari o respiratori, acidosi metabolica, problemi psicologici o dell’umore o diarrea

in presenza di istinti suicidi

in presenza di intervento chirurgico programmato

in presenza di dieta chetogenica ricca di grassi

in presenza di gravidanza o allattamento

Durante la cura è meglio consumare molti liquidi. Inoltre le donne in età fertile devono usare efficaci metodi contraccettivi.

Non bisogna mai interrompere l’assunzione senza il permesso del dottore, pena rischiosi effetti collaterali.

È fondamentale avvertire dottori, chirurghi e dentisti che si sta prendendo zonisamide.

Sulfadiazina

Sulfadiazina

 

La Sulfadiazina si usa soprattutto per curare o prevenire la meningite meningococcica, la febbre reumatica o la toxoplasmosi.

 

Che cos’è la Sulfadiazina?

La Sulfadiazina blocca lo sviluppo e la proliferazione dei batteri disturbando la sintesi di acido folico da parte dei microbi.

Come si prende la Sulfadiazina?

Di solito la Sulfadiazina si prende per bocca in forma di pastiglie.

Effetti collaterali della Sulfadiazina

 

Tra gli eventuali effetti collaterali della Sulfadiazina troviamo :

capogiri

sonnolenza

dolore alla testa

gastrointestinali

perdita dell’appetito

nausea

vomito

 

È fondamentale avvertire immediatamente un dottore in presenza di:

rash

orticaria

prurito

problemi respiratori

senso di oppressione al petto

gonfiore di bocca, viso, labbra o lingua

sangue nelle feci

cianosi

urine scure

diminuzione nella quantità di urine prodotte

svenimenti

battito cardiaco accelerato

allucinazione

male alle articolazioni

irritazione al cavo orale o piaghe

pallore

dolore alla gola continuo o febbre

cute arrossata, vesciche o gonfiori

macchie rosse o violacee sottopelle

convulsioni

diarrea grave o continua

gravi scottature

male o crampi allo stomaco

problemi nella minzione

stanchezza o debolezza

irritazione o perdite vaginali

ittero

 

Avvertenze

La Sulfadiazina può alterare le capacità di guidare o di manovrare macchinari pericolosi; questo effetto si può accentuare con gli alcolici o con altri medicinali. Può accrescere la sensibilità della cute al sole, modificare i risultati degli esami delle urine in chi è affetto da diabete e, sempre nei diabetici, provocare ipoglicemia.

La Sulfadiazina non si deve mai prendere durante le ultime settimane di gravidanza e nei primi 2 mesi di allattamento, se si soffre di anemia collegata a mancanza di acido folico e in presenza di gravi malattie renali o blocco della vescica.

Inoltre prima di cominciare la cura è fondamentale avvertire il dottore:

di probabili allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti o a ogni altro medicinale (soprattutto ai sulfonamidi) o cibo

dei farmaci, dei fitoterapici e degli integratori presi, rammentando di menzionare nello specifico indometacina, probenecid, salicilati, anticoagulanti, metotressato, diuretici e sulfoniluree

se si soffre (o si ha sofferto) di diarrea, dolore alla gola, infezioni gastrointestinali, asma, disturbi epatici o renali, mancanze di G6PDH, porfiria o altre patologie del sangue

in presenza di gravidanza o allattamento

È, infine, fondamentale avvertire dottori, chirurghi e dentisti dell’assunzione di Sulfadiazina.

Acidi grassi a media catena

Acidi grassi a media catena

 

Che cosa sono gli acidi grassi a media catena?

Gli acidi grassi a media catena – conosciuti anche come MCT, dall’inglese Medium Chain Triglycerides – sono grassi ricavati dalla lavorazione di oli (di solito di cocco o di semi di palma) per la produzione di prodotti a uso medicinale.

 

A cosa servono gli acidi grassi a media catena?

Gli acidi grassi a media catena vengono inseriti come sorgente di grassi nell’alimentazione di soggetti che non possono assumere grassi di altro tipo. Si prendono insieme alle terapie farmacologiche per affrontare disturbi gastrointestinali tipo diarrea, steatorrea, celiachia, patologie epatiche e disturbi digestivi collegati a gastrectomia o sindrome dell’intestino corto. Inoltre si propongono nella cura di galatturia e chilotorace, disturbi alla cistifellea, fibrosi cistica, AIDS e, nei bambini, per le convulsioni.

 

Si ipotizza che gli acidi grassi a media catena possano facilatare la creazione di sostanze efficaci per l’Alzheimer. Inoltre, certi sportivi li prendono come supporto nutrizionale durante gli allenamenti e per accrescere la massa magra minimizzando contemporaneamente il grasso corporeo.

L’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) non ha approvato i claim che affermano che gli acidi grassi a media catena:

collaborano ad accrescere la sazietà, ad accrescere il consumo energetico e a calare di peso incrementando il metabolismo e hanno la tendenza di diminuire il peso corporeo e il grasso in presenza di sovrappeso;

compresi nell’apporto di grassi suggerito, collaborano a conservare un peso corporeo sano ed equilibrato e collaborano a ostacolare l’accumulo di grasso, principalmente quello addominale;

collaborano nella gestione del peso corporeo e a contenere l’accumulo di grasso.

 

Avvertenze ed eventuali controindicazioni

A quanto pare gli acidi grassi a media catena non possono interferire con medicinali o altre sostanze.

Se presi per bocca vengono ritenuti sicuri per la maggioranza delle persone, però possono provocare effetti collaterali tipo diarrea, vomito, irritabilità, nausea, problemi allo stomaco, meteorismo e mancanze di grassi essenziali, che possono essere parzialmente arginati prendendoli dopo mangiato.

Gli acidi grassi a media catena potrebbero non essere indicati in presenza di diabete, disturbi epatici, gravidanza e allattamento.

In presenza di dubbi è meglio consigliarsi con il proprio dottore.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate sono indicazioni generali e non soppiantano in nessuna maniera l’opinione medica. Per assicurarsi un’alimentazione sana e bilanciata è sempre meglio fare affidamento sui consigli del proprio medico curante o di un esperto nutrizionista.

Acqua di rose

Acqua di rose

 

Che cos’è l’acqua di rose?

L’acqua di rose è un prodotto ricavato dall’estrazione dell’essenza dai petali delle piante del genere Rosa, della famiglia delle Rosaceae.

 

A cosa serve l’acqua di rose?

L’acqua di rose è un prodotto che viene ampiamente utilizzato nella cosmetica. Viene consigliato per la capacità di conservare un corretto pH della cute; di monitorare la produzione eccedente di sebo; di promuovere un’azione antinfiammatoria, adatta per ostacolare gli arrossamenti, le irritazioni, l’acne, la dermatite e gli eczemi; di collaborare a idratare e rivitalizzare la cute; di guarire tagli e altre ferite, irrobustire la cute, ricreare i tessuti e ostacolare le cicatrici.

 

Grazie alle sue proprietà astringenti, l’acqua di rose collabora alla pulizia dei pori, a tonificare la cute e a restringere i capillari, facendo diminuire così il rossore. Inoltre collaborerebbe a ostacolare le rughe e gli altri segni dell’invecchiamento.

L’acqua di rose si usa per preparare le maschere purificanti e peeling naturali, per la dermatite seborroica, le occhiaie, l’acne, gli edemi, la couperose e le rughe. Con i petali di rosa si può anche preparare un decotto da bere, per avvantaggiarsi delle proprietà toniche, astringenti e disinfettanti. La stessa bevanda si consiglia anche per minimizzare i problemi collegati alle mestruazioni e il sanguinamento delle gengive e per ostacolare diarrea, l’abbondante sudorazione, faringiti e calcoli ai reni.

 

Infine, l’acqua di rose è conosciuta per le sue proprietà rilassanti che le darebbero un leggero effetto antidepressivo e che potrebbe risultare adeguato in presenza di ansia e per facilitare il rilassamento e il benessere emotivo. Pare inoltre che faciliti il sonno.

 

Avvertenze e possibili controindicazioni

Non sembra che l’utilizzo esterno di acqua di rose sia collegato a pericoli per la salute. Le risposte allergiche sono infrequenti, però è possibile che questa soluzione naturale provochi bruciori, pizzicori, arrossamenti o altre irritazioni; nell’eventualità in cui dovessero continuare è meglio andare da un dottore.

Inoltre è sempre meglio leggere attentamente tutti gli ingredienti usati nelle preparazioni a base di acqua di rose, per escludere la presenza di molecole che potrebbero provocare allergie o accrescere la sensibilità della cute al sole.

Disclaimer

Le informazioni riportate sono solo indicazioni generali e non soppiantano in nessuna maniera l’opinione del dottore. Per assicurarsi un’alimentazione sana e bilanciata è sempre meglio fare affidamento sui consigli del proprio medico curante o di un esperto nutrizionista.

Alga kelp

Alga kelp

 

Che cos’è l’alga kelp?

Si tratta di un’alga bruna che cresce sulle rive degli oceani. Conosciuta anche come laminaria, si può consumare cruda, però si usa anche per ricavarne delle polveri, dopo averle essiccate. Si può prendere anche in forma di soluzioni liquide o di pastiglie.

 

A cosa serve l’alga kelp?

L’alga kelp è piena di minerali, tra cui risaltano iodio, potassio e calcio. È anche un’ottima sorgente di vitamine – principalmente del gruppo B – cui sono collegate la capacità di ostacolare lo stress e accrescere le energie disponibili. Infine, quando arriva nell’intestino a contatto con l’acqua si tramuta in gel e avrebbe un’azione lassativa.

 

Prodotti a base di alga kelp vengono suggeriti sia a chi vuole perdere peso sia a chi vuole facilitare una crescita sana per capelli e unghie. Integratori di alga kelp vengono consigliati per l’artrite infiammatoria, la psoriasi, i problemi circolatori e i disturbi renali, la costipazione e disturbi di digestione (tipo la flatulenza). Qualche volta si consigliano per accrescere le energie, per irrobustire le difese immunitarie e per difendersi dagli effetti nocivi delle radiazioni, e parrebbero potenzialmente adeguati per prevenire i tumori (nello specifico quello al seno).

 

Non sembra però che l’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) abbia autorizzato claim che confermino queste o altre proposte d’utilizzo dell’alga kelp.

 

Avvertenze ed eventuali controindicazioni

L’alga kelp potrebbe accrescere l’azione e gli effetti collaterali della digossina e degli ormoni presi in presenza di disturbi alla tiroide. Inoltre se presa con certi diuretici, ACE inibitori o integratori di calcio potrebbe condurre a rischiose crescite dei livelli di questo minerale. In presenza di dubbi è meglio domandare consiglio al proprio dottore.

Non è indicato prendere l’alga kelp in presenza di gravidanza, allattamento, disturbi renali e problemi alla tiroide. Di solito, prenderne grosse quantità per bocca viene ritenuto rischioso a ragione dell’apporto corrispondente di iodio, che se troppo abbondante può porre a rischio la salute della tiroide. In presenza di dubbi prima di prendere prodotti a base di alga kelp è meglio consigliarsi con il proprio dottore.

Disclaimer

Le informazioni riportate sono solo indicazioni generali e non soppiantano in nessuna maniera l’opinione del dottore. Per assicurarsi un’alimentazione sana e bilanciata è sempre meglio fare affidamento sui consigli del proprio medico curante o di un esperto nutrizionista.

Artemisia

Artemisia

 

Che cos’è l’artemisia?

Si tratta di un arbusto che cresce solitamente in Nord Africa e Medio Oriente. Certe sue parti si usano a scopo medicinale.

 

A cosa serve l’artemisia?

Certi composti esistenti nell’artemisia parrebbero capaci di uccidere parassiti e batteri; altri, invece, potrebbero far diminuire il livello di zuccheri nel sangue.

 

Tra le proposte d’utilizzo, c’è la cura della tosse, dei disturbi gastrointestinali, del raffreddore, del morbillo, dell’ittero, dell’ansia, del battito cardiaco irregolare e della debolezza muscolare. Inoltre l’artemisia si consiglia per curare certe parassitosi, tipo il noto verme solitario, e certi studi suggeriscono che l’estratto acquoso di artemisia potrebbe facilitare la riduzione dei livelli di zuccheri nel sangue in presenza di diabete di tipo 2.

Le prove a supporto degli ipotizzati benefici dell’artemisia non sono però abbastanza per certificare la validità di queste proposte d’utilizzo. Inoltre non pare che l’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) abbia autorizzato claim che supportino queste o altre indicazioni d’utilizzo dell’artemisia.

 

Avvertenze ed eventuali controindicazioni

I dati di sicurezza dell’artemisia sono pochi; in certi casi la sua assunzione è stata collegata a un calo della pressione o della frequenza cardiaca.

Vista la sua potenziale capacità di far diminuire gli zuccheri nel sangue, l’artemisia potrebbe intensificare l’effetto dei medicinali usati per diminuire la glicemia (i cosiddetti medicinali antidiabetici) la cui posologia potrebbe dover essere cambiata proprio a ragione dell’assunzione di artemisia. Per questo prima di cominciare una cura a base di prodotti in cui è contenuta è meglio domandare consiglio al proprio dottore. I pazienti in cura con antidiabetici che prendono anche artemisia, dovrebbero controllare spesso i livelli degli zuccheri nel sangue. L’assunzione di artemisia dovrebbe venire interrotta almeno due settimane prima di eventuali interventi chirurgici programmati.

Infine, non si consiglia di prendere artemisia durante la gravidanza e l’allattamento.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate sono solo indicazioni generali e non soppiantano in nessuna maniera l’opinione medica. Per assicurarsi un’alimentazione sana e bilanciata è sempre meglio fare affidamento sui consigli del proprio medico curante o di un esperto nutrizionista.

Chitosano

Chitosano

 

Che cos’è il chitosano?

Si tratta di un carboidrato, un polisaccaride ricavato a cominciare dall’esoscheletro (lo scheletro esterno) dei crostacei, nello specifico del granchio, dei gamberetti e dell’astice.

 

A cosa serve il chitosano?

Il chitosano può collaborare a minimizzare l’assorbimento del colesterolo e dei grassi esistenti nei cibi. Si consiglia contro il colesterolo elevato, l’obesità e la patologia di Crohn e per curare le complicanze della dialisi (compresa l’ipercolesterolemia). Si consiglia anche in forma di gomme da masticare per prevenire la carie.

L’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha avvallato l’indicazione secondo cui il chitosano collabora alla conservazione dei livelli di colesterolo nel sangue nella norma. Questo claim si può usare solamente in presenza di prodotti che danno un apporto giornaliero di 3 grammi di chitosano. Inoltre deve essere accompagnato dall’informazione secondo cui si possono trarre effetti benefici possono con l’assunzione quotidiana di 3 grammi di chitosano.

Altri claim, tipo quello secondo cui il chitosano potrebbe collaborare a mantenere controllato il peso o a dimagrire facendo diminuire la quantità di grassi assorbiti dal cibo, o quello secondo cui avrebbe un effetto lassativo senza irritare l’intestino, non sono invece stati autorizzati dall’Efsa per la carenza di abbastanza prove scientifiche per legittimarli.

 

Avvertenze ed eventuali controindicazioni

L’assunzione di integratori a base di chitosano può disturbare l’assunzione dell’anticoagulante warfarin. In presenza di dubbi è meglio farsi consigliare dal proprio dottore.

Gli integratori a base di chitosano da prendere per bocca vengono ritenuti sicuri anche se presi per sei settimane consecutive, però non ci sono informazioni riguardo la loro sicurezza se presi in gravidanza. Inoltre durante la terapia possono apparire degli effetti collaterali, nello specifico leggeri disturbi allo stomaco, costipazione o meteorismo.

Si è ipotizzato che il chitosano possa provocare reazioni allergiche in soggetti che allergici ai crostacei, anche se l’allergia a questi cibi dipende da proteine esistenti nella carne e non nell’esoscheletro da cui viene prelevato questo polisaccaride.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate sono solo indicazioni generali e non soppiantano in nessuna maniera l’opinione del dottore. Per assicurarsi un’alimentazione sana e bilanciata è sempre meglio fare affidamento sui consigli del proprio medico curante o di un esperto nutrizionista.

Eltrombopag

Eltrombopag

 

Si prescrive per ridurre il rischio di emorragie in soggetti affetti da trombocitopenia immune cronica che non rispondono ad altri trattamenti o non possono comunque assumerli.

Può essere altresì usato per incrementare il numero di piastrine in caso di epatite C al fine di prolungare i trattamenti a base di interferone e ribavirina.

 

Che cos’è l’eltrombopag?

E’ un antagonista del recettore della trombopoietina, che è un ormone prodotto da reni e fegato coinvolto nella sintesi e nella maturazione delle piastrine. Esso esplica la sua azione promuovendo la produzione di piastrine a livello del midollo osseo.

 

Come si assume l’eltrombopag?

Si somministra sotto forma di compresse. Solitamente si assume una volta al giorno, a stomaco vuoto, almeno un’ora prima o due ore dopo i pasti.

È probabile che il curante prescriva un dosaggio iniziale basso per poi variarlo in base alla risposta al trattamento.

 

Effetti collaterali dell’ eltrombopag

Può far aumentare eccessivamente i livelli di piastrine e può inoltre incrementare il rischio di sviluppare una cataratta o che una cataratta preesistente peggiori.

In caso di epatite C, la sua assunzione può aumentare i rischi per il fegato.

 

Fra gli altri suoi possibili effetti indesiderati sono inclusi:

dolori muscolari o alla schiena

intorpidimento, bruciore o pizzicore a mani o piedi

sintomi simil-influenzali

stato di debolezza

calo dell’appetito

male alla gola o alla bocca

stato d’insonnia

perdita dei capelli

minzione difficoltosa, urgente o dolorosa

gonfiore a caviglie, piedi o polpacci

 

È importante rivolgersi subito ad un medico in caso di:

dolore (quando si respira profondamente)

dolori a braccia, collo, mascella o stomaco

sudori freddi

sensazione di testa leggera

difficoltà a parlare

svenimenti o capogiri

debolezza o intorpidimento ad un braccio o ad una gamba

male allo stomaco

rash

orticaria

prurito

difficoltà a respirare o problemi ai polmoni

senso di pesantezza o oppressione al petto

gonfiore a bocca, volto, labbra o lingua

gonfiore, dolore, sensibilità, surriscaldamento o arrossamenti di una gamba

fiato corto

sangue nell’espettorato

respiro o battito accelerati

senso di nausea

conati di vomito

scariche di diarrea

problemi alla vista

 

Controindicazioni e avvertenze

Deve essere assunto almeno quattro ore prima o quattro ore dopo cibi o bevande che contengano calcio, antiacidi a base di calcio, alluminio o magnesio e supplementi contenenti calcio, ferro, zinco o selenio.

Prima della cura è importante informare il medico:

circa la presenza di di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, a qualsiasi altro farmaco, ad alimenti o ad altre sostanze

dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori già assunti in passato (in particolare anticoagulanti, bosentan, mitoxantrone, repaglinide, rifampicina, sulfasalazina, statine, ezetimibe, gliburide, imatinib, irinotecano, olmesartan, lapatinib, metotressato, e valsartan)

se si soffre (o si è sofferto nel pregresso) di disturbi epatici, renali, polmonari o respiratori, problemi alla vista, agli occhi o alla pelle, problemi cardiaci, pressione alta, iperglicemia o diabete, in caso di esposizione a lungo termine al sole

in caso di donne gravide o in fase di allattamento

 

È sempre importante informare medici, chirurghi e dentisti dell’assunzione di eltrombopag.

Durante il trattamento è consigliabile evitare attività associabili al rischio di emorragie o traumi.

Enoxaparina

Enoxaparina

 

Si utilizza – in presenza di alcune malattie o in associazione ad interventi chirurgici – al fine di prevenire la formazione di coaguli di sangue.

Può altresì essere assunta in combinazione con altri medicinali per prevenire alcune complicazioni dell’infarto o dell’angina.

Infine, in alcuni casi l’enoxaparina viene prescritta per ridurre il rischio di infarto ricorrente.

 

Che cos’è l’enoxaparina?

E’ un’eparina a basso peso molecolare che esplica la sua azione bloccando la formazione di coaguli di sangue.

 

Come si assume l’enoxaparina?

Viene somministrata mediante iniezioni.

 

Effetti collaterali dell’enoxaparina?

Può ridurre il numero delle piastrine e influenzare i risultati di alcune analisi di laboratorio.

 

Fra gli altri suoi possibili effetti indesiderati sono inclusi:

scariche di diarrea

arrossamenti, emorragie, lievi dolori, irritazione, gonfiore, o lividi al punto di iniezione

senso di nausea

 

È importante contattare subito un medico in caso di:

rash

orticaria

prurito

difficoltà a respirare

senso di pesantezza o oppressione al petto

pallore

urine rosa o rosse

capogiri, stanchezza o debolezza gravi o persistenti

gonfiore

gonfiore a bocca, volto, labbra o lingua

feci scure o sangue nelle feci

stato di confusione

difficoltà a deambulare

svenimenti

stato febbrile

pizzicore e intorpidimenti (soprattutto a livello di gambe e piedi)

debolezza a livello muscolare

lividi ed emorragie

vomito che assomiglia a caffè

 

Controindicazioni e avvertenze

Può essere controindicata in caso di: assunzione di salicilati o Fans, piastrine basse in presenza di anticorpi antipiastrine, pressione alta e emorragie

 

Prima della somministrazione è importante rendere edotto il medico:

circa la presenza di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, a qualsiasi altro farmaco, ad alimenti o ad altre sostanze, in particolare all’eparina, all’alcol benzilico o ai prodotti derivati dal maiale

dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori già assunti in passato (in particolare proteina C attivata, anticoagulanti, cefalosporine e penicilline iniettabili, Fans, inibitori delle piastrine, destrano, dipiridamolo, inibitori diretti del fattore Xa, inibitori diretti della trombina, salicilati, sulfinpirazone, trombolitici e nitrati)

se si soffre (o si è sofferto in pregresso) di malattie del sangue, malattia di von Willebrand, piastrine basse, problemi renali, epatici o gastrointestinali, problemi alla vista causati dal diabete, infezioni batteriche del cuore, pressione alta e disturbi emorragici

in caso di emorragie conseguenti all’assunzione di eparina

della presenza di valvole cardiache artificiali

in presenza di un catetere epidurale

in caso di iniezioni a livello spinale

in caso di recente parto

in caso di donne gravide o in fase di allattamento

se si pesa poco

in caso di ictus

in caso di interventi chirurgici al cervello, alla spina dorsale o agli occhi (recenti o programmati)

 

È importante far sapere a medici, chirurghi e dentisti dell’assunzione di enoxaparina.

Etosuccimide

Etosuccimide

 

Si utilizza per controllare le convulsioni associate al cosiddetto “piccolo male” (una crisi epilettica caratterizzata da una breve perdita di conoscenza).

 

Che cos’è l’etosuccimide?

L’etosuccimide è un anticonvulsivante che agisce sul cervello riducendo l’attività elettrica anomala che porta alla comparsa delle convulsioni.

 

Come si assume l’etosuccimide?

Si somministra via bocca, in genere sotto forma di capsule o di sciroppo.

Di solito il medico prescrive un dosaggio iniziale basso per poi aumentarlo in caso di necessità.

 

Effetti collaterali dell’etosuccimide

La sua assunzione può essere associata all’aumento del rischio di istinti suicidi.

 

Fra gli altri suoi possibili effetti indesiderati sono inclusi:

senso di nausea

conati di vomito

scariche di diarrea

sensazione di sonnolenza

mal di testa

improvvisi risvegli con sensazione di spavento

difficoltà di concentrazione

crescita di peli superflui

miopia

emorragie a livello vaginale

dolori o crampi allo stomaco

calo dell’appetito

aumento di peso corporeo

lingua gonfia

problemi alle gengive

singhiozzo

 

È importante contattare immediatamente un medico in caso di:

rash (soprattutto se pruriginoso e in volto)

mal di gola, febbre, brividi e altri sintomi di un’infezione in corso

gonfiore

dolore a livello articolare o muscolare

febbre dalla causa sconosciuta

vesciche

orticaria

difficoltà a respirare

senso di pesantezza o oppressione o dolore al petto

gonfiore a bocca, volto, labbra o lingua

 

Controindicazioni e avvertenze

L’etosuccimide può compromettere la capacità di guida e di manovra di macchinari pericolosi.

Prima di assumerla è importante rendere edotto il medico:

circa la presenza di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, a qualsiasi altro farmaco, ad alimenti o ad altre sostanze

dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori già assunti in passato, citando in particolare antidolorifici, sedativi, antidepressivi, farmaci per dormire e tranquillanti

se si soffre (o si è sofferto in pregresso) di malattie mentali, epatiche o renali

in caso di donne gravide o in fase di allattamento

È importante rendere edotti medici, chirurghi e dentisti dell’assunzione di etosuccimide.

 

Etravirina

Etravirina

 

Si utilizza nel trattare l’infezione da HIV al fine di ridurre il rischio che evolva in AIDS o che compaiano altre malattie il cui sviluppo è promosso dalla presenza del virus (ad esempio gravi infezioni o tumori).

 

Che cos’è l’etravirina?

E’ un inibitore dell’enzima trascrittasi inversa dell’HIV-1. La sua azione si esplica nel bloccare la sintesi del materiale genetico del virus, riducendo pertanto la quantità del microbo nel sangue.

 

Come si assume l’etravirina?

Si somministra via bocca sotto forma di compresse da assumere – di solito dopo i pasti – in combinazione con altri medicinali.

Effetti collaterali dell’etravirina

La sua assunzione può aumentare il grasso corporeo o portare a un suo accumulo in zone insolite (quali, ad esempio, il collo o la parte alta della schiena). Durante il trattamento è anche possibile che si osservi una riduzione del grasso sugli arti e sul volto.

 

Fra gli altri suoi possibili effetti indesiderati si possono includere:

senso di nausea

conati di vomito

dolori a livello addominale

scariche di diarrea

mal di testa

pressione in aumento

dolore, bruciore, intorpidimenti o pizzicore a mani o piedi

 

È importante rivolgersi subito ad un medico in caso di:

rash

orticaria

difficoltà a respirare

senso di pesantezza o oppressione o dolore al petto

gonfiore a bocca, volto, labbra o lingua

arrossamenti o gonfiore degli occhi

mal di gola, tosse, febbre, brividi o altri sintomi di un’infezione in corso

sensazione di generale malessere

senso di stanchezza

dolori a livello articolare o muscolare

ittero

urina scura

arrossamenti, protuberanze o vesciche sulla pelle o in bocca

feci chiare

dolore alla parte alta destra dello stomaco

scomparsa dell’appetito

 

Controindicazioni e avvertenze

E’ controindicata durante l’allattamento.

Durante il trattamento non si dovrebbe inoltre consumare pompelmo nè bere il suo succo.

 

Prima di assumerla è importante rendere edotto il medico:

circa la presenza di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, a qualsiasi altro farmaco, ad alimenti o ad altre sostanze

dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori già assunti (citando in particolare altri farmaci contro l’HIV, anticoagulanti, antiaritmici, antifungini, metadone, rifabutina, rifampicina, anticonvulsivanti, claritromicina, statine, clopidogrel, diazepam, dexametasone, farmaci immunosoppressori, medicinali contro la disfunzione erettile, rifapentina e iperico)

se si soffre (o si è sofferto in pregresso) di malattie al fegato

in caso di gravidanza o allattamento

 

In occasione di esami di laboratorio, è opportuno informare i medici dell’assunzione di etravirina.

Exubera

Exubera

 

S’impiega nel trattamento del diabete di tipo 1 e del diabete di tipo 2.

 

Che cos’è l’exubera?

E’ una forma di insulina umana ad azione rapida che esplica la sua azione promuovendo la riduzione dei livelli di glucosio nel sangue.

 

Come si assume l’exubera?

Viene somministrata a mezzo di inalazione attraverso la bocca.

 

Effetti collaterali dell’exubera

Il trattamento a base di exubera può associarsi a ipoglicemia.

 

Fra gli altri suoi possibili effetti indesiderati sono inclusi:

tosse

male alla gola

naso chiuso o che cola

fauci secche

male all’orecchio

 

È importante ricorrere subito alle cure di un medico in caso di:

rash

orticaria

prurito

difficoltà a respirare

senso di pesantezza o oppressione al petto

gonfiore a bocca, volto, labbra o lingua

 

Controindicazioni e avvertenze

Il suo impiego è controindicato ai fumatori e a chi ha smesso di fumare da meno di sei mesi.

Prima dell’assunzione è importante rendere edotto il medico:

circa la presenza di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, a qualsiasi altro farmaco, ad alimenti o ad altre sostanze

dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori già assunti per il passato

se si soffre (o si è sofferto in pregresso) di malattie renali, epatiche o polmonari

in caso di donne gravide o in fase di allattamento

Fenofibrato

Fenofibrato

 

S’impiega per ridurre i livelli di colesterolo e trigliceridi nel sangue ed al fine di aumentare quelli di HDL (high-density lipoprotein, il cosiddetto “colesterolo buono”).

 

Che cos’è il fenofibrato?

Esso velocizza il naturale processo di rimozione dall’organismo del colesterolo.

 

Come si assume il fenofibrato?

Si somministra per via orale (sotto forma di capsule o compresse). Di solito deve essere assunto una volta al dì.

Può essere assunto da solo o in combinazione con altri farmaci.

Di solito il medico prescrive un dosaggio iniziale che può in seguito essere modificato in base alla risposta al trattamento.

 

Effetti collaterali del fenofibrato

Fra i suoi possibili effetti indesiderati si possono includere:

stato di costipazione

scariche di diarrea

bruciore allo stomaco

dolori alla schiena, a un braccio o alle gambe

mal di testa

 

È importante ricorrere subito alle cure di un medico in caso di:

rash

orticaria

prurito

difficoltà a respirare

senso di pesantezza o oppressione al petto

gonfiore a bocca, volto, labbra o lingua

debolezza

dolore o sensibilità a livello muscolare

dolore articolare

stato febbrile

cute che si desquama o con vesciche

dolore alla parte alta della schiena (fra le scapole o sotto alla spalla destra)

dolore allo stomaco, soprattutto se alla parte alta a destra

senso di nausea

conati di vomito

arrossamento, gonfiore, dolore, sensibilità o calore a livello di una gamba

fiato corto

dolorosa respirazione

sangue nell’espettorato

 

Controindicazioni e avvertenze

Prima di assumerlo è importante rendere edotto il medico:

circa la presenza di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, a qualsiasi altro farmaco, ad alimenti o ad altre sostanze

dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori già assunti in passato (in particolare colchicina, diuretici, betabloccanti, anticoagulanti, inibitori della HMG-CoA reduttasi, terapia ormonale sostitutiva o contraccettivi ormonali e farmaci immunosoppressori)

se si soffre (o si è sofferto in pregresso) di malattie ai reni, al fegato o alla cistifellea, diabete o ipotiroidismo

se si bevono grandi quantità di alcolici (o se ne siano bevute nel passato)

in caso di donne gravide o in fase di allattamento

 

In caso di trattamento con resine sequestranti gli acidi biliari è opportuno assumerle un’ora dopo o 4-6 ore prima del fenofibrato.