Aguglia

Aguglia

 

Che cos’è?

Dal nome scientifico Belone belone è un pesce che appartiene alla famiglia Belonidae ed è diffuso nel Mediterraneo, nel Mar Nero e nell’Oceano Atlantico orientale.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali?

100 g di aguglia apportano circa 108 Calorie e:

19,5 g di proteine

76,1 g di acqua

3,2 g di lipidi, fra cui: 1,07 g di acidi grassi polinsaturi (di cui 0,935 omega 3 e 0,118 omega 6), 0,653 g di acidi grassi saturi, 0,895 g di acidi grassi monoinsaturi e 85 mg di colesterolo

0,433 mg di vitamina C

0,405 mg di vitamina B6

0,105 mg di riboflavina

7,10 mg di niacina

0,760 mg di vitamina E

0,480 mg di acido pantotenico

7,7 µg di vitamina B12

301 mg di potassio

213 mg di fosforo

79 mg di calcio

5,16 µg di vitamina D

4,20 µg di biotina

3,10 µg di vitamina A (retinolo equivalente)

0,018 mg di manganese

29,5 µg di selenio

19 µg di iodio

1 µg di folati

62 mg di sodio

23,4 mg di magnesio

2,72 mg di zinco

0,610 mg di ferro

0,064 mg di rame

 

Quando non mangiare l’aguglia?

Non risultano esservi interazioni fra il suo consumo e l’assunzione di medicinali o altre sostanze. Nel dubbio è sempre consigliabile chiedere consiglio al proprio medico.

 

Stagionalità dell’aguglia

L’aguglia è reperibile tutto l’anno.

 

Possibili benefici e controindicazioni dell’aguglia

In quanto pesce ricco di omega 3, acidi grassi alleati della salute cardiovascolare, l’aguglia è una buona opzione dal punto di vista alimentare, anche perché fonte di grassi monoinsaturi. Purtroppo, però, in esso sono celate anche quantità significative di colesterolo, lipide che se assunto in eccesso può mettere in pericolo sia cuore che arterie. Gli esperti consigliano di non assumere oltre i 300 mg al giorno di colesterolo se si è in condizioni di buona salute e di limitarsi a un massimo di 200 mg al giorno qualora di soffra di malattie cardiovascolari.

E’ altresì una fonte di proteine di qualità elevata, di nutrienti alleati della salute delle ossa (vitamina D, calcio, fosforo), di potassio (che controllando la pressione e la frequenza cardiaca aiuta a ridurre il rischio cardiovascolare) e di vitamine importanti per il buon funzionamento del metabolismo (in particolare di vitamine del gruppo B e di iodio).

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Amarene

Amarene

 

Che cosa sono le amarene?

Sono i frutti di una specie che appartiene alla famiglia delle Rosaceae, il Prunus cerasus. Ne esistono più di 250 varietà ma solo alcune di esse trovano spazio in ambito commerciale.

Il colore dei frutti – che possono arrivare a una lunghezza di 20 mm e una profondità di 18 mm – varia dal rosso intenso a quello più chiaro; al loro interno racchiudono un seme di colore marrone chiaro.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali delle amarene?

Con 100 gr. di amarene si assumono 84,2 g di acqua e solo 42 Calorie, il 92% delle quali sotto forma di carboidrati (10,2 g di zuccheri solubili e 1,1 g di fibra). Il restante 8% è di proteine, mentre i lipidi sono praticamente assenti.

Fra i micronutrienti, la vitamina più importante è la C: in 100 grammi di amarene ne sono infatti presenti 7 mg, a fronte di un contenuto di riboflavina (vitamina B2), tiamina (vitamina B1), di niacina (vitamina B3 o PP) e vitamina A (retinolo equivalente) pari rispettivamente a 0,05 g, 0,03 g, 0,4 g e 24 µg. Nello specifico, il contenuto di vitamina A può arrivare ad essere quasi 10 volte maggiore a quello tipico delle ciliegie. Il minerale più abbondante è invece il potassio (114 mg in 100 gr. di frutto), seguito dal fosforo (17 mg), dal calcio (15 mg), dal sodio (2 mg) e dal ferro (0,4 mg). Infine, nelle amarene sono presenti derivati cumarinici, un glicoside tipico (il 2,3-dihydro-wogonin-7-mono-beta-D-glucoside), flavonoidi e numerose molecole dall’attività antiossidante, tra cui degni di nota sono il kempferolo e la quercetina. Fra le ultime molecole identificate al suo interno è incluso il cyanidin-3-glycoside, molecola che sembra poter associarsi al miglioramento dell’iperglicemia e della sensibilità all’insulina.

All’interno del succo di amarene sono state invece identificate le seguenti molecole: acido citrico, amigdalina, quercetina, antocianine, acido malico, tannini, glucosio e saccarosio.

 

Quando non mangiare le amarene?

Ad oggi non sembrano esservi prove certe della possibile interazione tra la sua assunzione e quella di farmaci o di altre molecole; anzi, il succo di amarena – sotto forma di sciroppo – s’impiega per mascherare il sapore poco gradevole di alcuni medicinali.

 

Stagionalità delle amarene

La stagione delle amarene è l’estate, e il loro mese è luglio. In Italia i frutti iniziano ad essere raccolti verso la metà giugno per essere quindi indirizzati al mercato o alla trasformazione. Le amarene possono infatti essere trasformate in succo o conservate in vari modi (sciroppate, candite, sotto spirito o sotto forma di confetture o sciroppi).

 

Possibili benefici e controindicazioni delle amarene

Ricerche scientifiche hanno rinvenuto anche all’interno delle amarene composti che potrebbero giustificare un’azione di tipo antiossidante e antinfiammatoria; secondo uno studio della Michigan State University (East Lansing, Stati Uniti) alcuni di questi composti antinfiammatori sarebbero 10 volte più attivi rispetto all’aspirina, in confronto alla quale presenterebbero anche il vantaggio di non indurre effetti collaterali indesiderati. Le antocianine eserciterebbero invece un’azione antiossidante che potrebbe aiutare a contrastare le malattie cardiovascolari, a inibire la crescita dei tumori e, forse, ritardare i processi di invecchiamento.

Ad oggi non sembrano esservi controindicazioni al consumo delle amarene che – escluso un caso di contaminazione da parte di una micotossina (la patulina) – sembrano sicure anche sotto il profilo tossicologico.

 

Disclaimer

Le seguenti informazioni rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Anatra

Anatra

 

Che cosa è la carne di anatra?

Con questo termine si indicano diversi uccelli che fanno parte della famiglia Anatidi. Sia quella selvatica (Anas platyrhynchos) che quella domestica (che discende dalla prima) possono essere impiegata per l’alimentazione umana, anche se oggi la quasi totalità della carne di anatra rinvenibile in commercio appartiene ad animali allevati. L’anatra ha carni molto grasse e pregiate che vengono largamente impiegate e apprezzate soprattutto nella cucina francese e cinese.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali della carne di anatra?

Cento gr. di carne cruda di anatra domestica sviluppano mediamente 160 calorie e contengono approssimativamente:

21 g di proteine

8 g di lipidi

80 g di acqua

oltre a:

14 mg di magnesio

1,9 mg di zinco

0,3 mg di rame

0,19 mg di Tiamina (vitamina B1)

0,18 mg di Riboflavina (vitamina B2)

7,7 mg di Niacina (vitamina B3 o vitamina PP)

110 mg di sodio

290 mg di potassio

1,3 mg di ferro

12 mg di calcio

200 mg di fosforo

22 µg di selenio

80 µg di vitamina A retinolo eq.

 

Quando non mangiare carne di anatra?

Non sono ad oggi ancora note interazioni tra il consumo di carne d’anatra e l’assunzione di medicinali o altre sostanze.

 

Periodo reperibilità/stagionalità dell’anatra

La sua carne è reperibile nei nostri mercati tutto l’anno.

 

Possibili benefici e controindicazioni dell’anatra

La carne d’anatra è molto energetica: 100 gr. di carne cruda sviluppano infatti circa 160 Calorie: può quindi essere utilizzata come alimento da somministrare in caso di debolezza. Grazie al suo buon contenuto in ferro (1,2 mg), la sua carne può inoltre essere consigliata ai soggetti anemici.

Poiché non si tratta di carne magrissima (essa difatti contiene 8 gr. di lipidi ogni 100 gr di carne cruda quando le carni magre ne contengono al massimo 5 g di lipidi, mentre quelle grasse ne contengono in quantità superiori, da 5 a 40), può risultare di difficile digestione e ne è pertanto sconsigliato il consumo a coloro che soffrono di disturbi a carico dell’apparato digerente. La carne di anatra allevata risulta di solito più grassa dell’anatra selvatica; quest’ultima ha però sapore più robusto e consistenza meno tenera.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il   parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai   consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Anguilla o capitone

Anguilla o capitone

 

Che cos’è l’anguilla?

Dal nome scientifico Anguilla anguilla, è una specie della famiglia Anguillidae. A volte la femmina – che può superare il metro di lunghezza – viene chiamata capitone, mentre il maschio – molto più piccolo – è definito ceca.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali dell’anguilla?

100 g di anguilla cruda apportano circa 131 calorie e:

18,44 g di proteine

68,26 g di acqua

11,66 g di lipidi, di cui:

126 mg di colesterolo

4 mg di vitamina E

3,5 mg di niacina

2,358 g di grassi saturi

7,190 g di grassi monoinsaturi

0,947 g di grassi polinsaturi (di cui circa 653 mg di omega 3 e 196 mg di omega 6)

3477 UI di vitamina A

932 UI di vitamina D

15 µg di folati

3 µg di vitamina B12

0,150 mg di tiamina

0,067 mg di vitamina B6

0,040 mg di riboflavina

51 mg di sodio

30,50 mg di ferro

20 mg di magnesio

1,62 mg di zinco

13,3 µg di selenio

272 mg di potassio

216 mg di fosforo

20 mg di calcio

 

Quando non mangiare l’anguilla?

Non risultano esservi interazioni note fra il consumo di anguilla e l’assunzione di medicinali o altre sostanze. Nel dubbio è opportuno chiedere consiglio al proprio medico.

 

Periodo di reperibilità dell’anguilla

L’anguilla reperibile sul mercato potrebbe essere un prodotto allevato. Per quanto riguarda la pesca, alcune regioni la vietano in specifici periodi dell’anno (in Veneto e Lombardia dall’1 ottobre al 31 dicembre).

 

Possibili benefici e controindicazioni dell’anguilla

Essa è una buona fonte di lipidi dalle proprietà salutari, in particolare di acidi grassi monoinsaturi e di omega 3, entrambi alleati di una buona salute cardiovascolare. Sono altresì una buona fonte di vitamina E (a cui sono legate proprietà antiossidanti), di vitamina D (alleata della salute delle ossa), di vitamina A (importante per la salute degli occhi, per lo sviluppo e per le difese immunitarie) e di vitamina B12 (coinvolta nella sintesi degli acidi nucleici e dell’emoglobina, nel metabolismo dei grassi e nel funzionamento del sistema nervoso). Con l’anguilla si assumono anche discrete quantità di fosforo, importante sia per la salute di ossa e denti che per quella di cuore, muscoli e reni, per il buon funzionamento del metabolismo e per la trasmissione dell’impulso nervoso.

Purtroppo, però, l’anguilla è fonte di elevate dosi di colesterolo.

 

Disclaimer

Le seguenti informazioni rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Anice stellato

Anice stellato

 

Che cos’è l’anice stellato?

L’Illicium vero è una specie nativa della Cina e del Vietnam i cui semi vengono impiegati come spezie. Introdotto in Europa nel XVII secolo, oggi viene coltivato quasi esclusivamente nel sud della Cina, in Indocina e in Giappone. Detto anche anice stellato cinese, è diverso da quello giapponese (Illicium anisatum), specie non adatta all’uso alimentare perché altamente tossica.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali l’anice stellato?

100 gr di anice stellato apportano circa 22 calorie e:

vitamina C (2% del fabbisogno in un’alimentazione da 2.000 calorie giornaliere)

1 mg di sodio

calcio (4% del fabbisogno in un’alimentazione da 2.000 calorie giornaliere)

ferro (13% del fabbisogno in un’alimentazione da 2.000 calorie giornaliere)

3 g di carboidrati

1 g di proteine

L’anice stellato è una fonte di acido scichimico e di linaloolo.

 

Quando non mangiare l’anice stellato?

Non sono ancora note condizioni in cui il consumo di anice stellato possa interagire con l’assunzione di medicinali o altre sostanze. Nel dubbio è bene chiedere consulto al proprio medico.

 

Periodo reperibilità/stagionalità

E’ commercialmente rinvenibile tutto l’anno.

 

Possibili benefici e controindicazioni

Gli sono attribuite proprietà stimolanti, sedative, carminative, stomachiche e diuretiche. Inoltre il linaloolo che è presente al suo interno è dotato di proprietà antiossidanti. In Oriente viene utilizzato per combattere i dolori addominali e i disordini mestruali, per aumentare la produzione di latte nelle donne in fase di allattamento, per alleviare la flatulenza, per contrastare gli acciacchi tipici dei mesi più freddi dell’anno, per combattere coliche, reumatismi e lombalgie, per promuovere l’appetito e il buon sonno. Gli sono inoltre ascritte proprietà antibatteriche e antimicotiche che vengono sfruttate all’interno di rimedi contro disturbi delle vie respiratorie tipo bronchite, asma e tosse secca. Non solo, l’acido scichimico presente al suo interno è utilizzato come ingrediente per rimedi contro l’influenza; più in generale, l’anice stellato – nella sua forma naturale – sembra poter aiutare il sistema immunitario a combattere questa diffusa malattia. Sono però essere necessarie prove più approfondite che giustifichino la sua efficacia a scopo medicinale.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Aragosta

Aragosta

 

Che cos’è l’aragosta?

Si tratta di uno dei crostacei più pregiati. Appartenente al genere Palinurus, fra le specie più apprezzate è inclusa l’aragosta mediterranea, Palinurus elephas.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali dell’aragosta?

100 gr di aragosta fresca apportano circa 85 calorie ripartite nel seguente modo:

20% lipidi

5% carboidrati

75% proteine

Una volta bollita, la stessa quantità di aragosta apporta 107 calorie che sono ripartite nello stesso modo.

Più specificatamente, in 100 gr. di aragosta bollita sono presenti circa:

72 g di acqua

1,3 g di zuccheri solubili

20,2 g di proteine

2,4 g di lipidi (inclusi acidi grassi omega 3)

85 mg di colesterolo

350 mg di fosforo

68 µg di selenio

74 mg di calcio

41 mg di ferro

22 mg di magnesio

2,75 mg di zinco

0,5 mg di rame

vitamina A in tracce

 

Quando non mangiare l’aragosta?

Il carapace dell’aragosta è una fonte di glucosamina, molecola che potrebbe interagire con il paracetamolo, con gli antidiabetici, con il warfarin e con alcuni antitumorali. Nel dubbio è sempre consigliabile chiedere consiglio al proprio medico.

 

Periodo di reperibilità dell’aragosta

L’aragosta mediterranea non può essere pescata dall’1 gennaio al 30 di aprile. La sua rinvenibilità sul mercato durante tutto il corso dell’anno è resa possibile dal suo allevamento.

 

Possibili benefici e controindicazioni dell’aragosta

Il consumo di crostacei come l’aragosta è stato associato a una riduzione del rischio di diabete, obesità e malattie cardiache nonchè al miglioramento dei livelli di colesterolo nel sangue. In effetti anch’essa è una fonte di omega 3, acidi grassi amici della salute cardiovascolare, e non solo. Agli omega 3 sono stati difatti associati effetti benefici a livello psicologico sia per gli adulti che per i bambini. Anche il selenio in essa contenuto è importante per il buon funzionamento dell’organismo, in particolare per quello della tiroide. Rame e ferro contribuiscono invece a ridurre il rischio di anemia.

I crostacei possono essere causa di intolleranze alimentari. Inoltre l’aragosta può contenere al suo interno mercurio tossico per la salute; per tale motivo è opportuno non consumarla troppo spesso, soprattutto durante la gravidanza.

Al fine di ridurre il rischio di patologie di origine alimentare, è opportuno acquistare aragoste fresche solo se sono state conservate a una temperatura non superiore ai 4° C e non bisogna esporle, troppo a lungo, a temperature più elevate.

 

Disclaimer

Le seguenti informazioni rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Aringa

Aringa

 

Che cos’è l’aringa?

Dal nome scientifico Clupea harengus, è un pesce facente parte della famiglia delle Clupeidae che vive in prevalenza nella parte settentrionale dell’Oceano Atlantico.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali dell’aringa?

100 g di aringa fresca apportano circa 216 calorie ripartite nel seguente modo:

69% lipidi

31% proteine

In particolare, 100 gr. di aringa fresca presentano al loro interno:

0,12 mg di tiamina

12 µg di vitamina A (retinolo equivalente)

tracce di vitamina C

320 mg di potassio

113 mg di fosforo

63 mg di calcio

0,9 mg di ferro

60,1 g di acqua

16,5 g di proteine

16,7 g di lipidi, di cui: 3,3 g di grassi saturi, 8,63 g di grassi monoinsaturi, 2,61 g di grassi polinsaturi (soprattutto omega 3) e 85 mg di colesterolo

3,5 mg di niacina

0,18 mg di riboflavina

Le sue proprietà nutrizionali possono però variare in base al metodo di conservazione.

In particolare, 100 gr. di aringa affumicata apportano 194 calorie e:

9 µg di vitamina A (retinolo equivalente)

tracce di vitamina C

254 mg di fosforo

66 mg di calcio

1,4 mg di ferro

62,5 g di acqua

19,9 g di proteine

12,7 g di lipidi

82 g di colesterolo

3,3 mg di niacina

0,28 mg di riboflavina

 

100 gr. di aringa marinata apportano invece 199 calorie e:

60,2 g di acqua

18,3 g di proteine

14 g di lipidi

150 mg di fosforo

98 mg di potassio

30 mg di calcio

97 mg di colesterolo

3,3 mg di niacina

0,21 mg di riboflavina

0,05 mg di tiamina

46 µg di vitamina A (retinolo equivalente)

tracce di vitamina C

1.030 mg di sodio

 

Infine, 100 gr di aringa sotto sale apportano 218 calorie e:

3 mg di niacina

0,29 mg di riboflavina

0,04 mg di tiamina

48 µg di vitamina A (retinolo equivalente)

tracce di vitamina C

112 mg di calcio

48,8 g di acqua

19,8 g di proteine

15,4 g di lipidi

110 mg di colesterolo

 

Quando non mangiare l’aringa?

L’aringa potrebbe interagire con l’utilizzo di ossazolidinoni.

 

Periodo di reperibilità dell’aringa

Si riproduce durante tutto l’anno.

 

Possibili benefici e controindicazioni dell’aringa

E’ un valido alleato per la salute dei globuli rossi, delle ossa e del sistema nervoso. Gli omega 3 sono altresì rinomati per i loro benefici effetti a livello del sistema cardiovascolare e di numerosi organi e tessuti (per esempio pelle e occhi). L’aringa è considerato un pesce sicuro, soprattutto per il modesto contenuto di mercurio.

 

Disclaimer

Le seguenti informazioni rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Asimina

Asimina

 

Che cos’è l’asmina?

Si tratta del frutto dell’Asimina triloba, specie che appartiene alla famiglia delle Annonaceae. Nativa degli Stati Uniti Occidentali, questa pianta produce dei frutti dal sapore dolce che possono visivamente sembrare l’incrocio fra una banana e un mango, in quanto sono caratterizzati da una buccia giallo-verdastra e da una polpa arancione soffice e cremosa. Attualmente negli Stati Uniti ne sono note 27 varietà, che crescono tra il nord della Florida al sud dell’Ontario, fin nei territori del Nebraska orientale.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali dell’asimina?

100 gr. di asimina apportano 80 calorie e:

1,2 g di proteine

1,2 g di lipidi (32% saturi, 40% monoinsaturi, 28% polinsaturi)

2,6 g di fibra

circa 675 g di acqua

18,8 g di carboidrati

Fra le vitamine e i minerali, 100 gr di asimina apportano:

63 mg di calcio

47 mg di fosforo

7 mg di ferro

2,6 mg di manganese

0,5 mg di rame

0,9 mg di zinco

18,3 mg di vitamina C

1,1 mg di niacina

0,09 mg di riboflavina

0,01 mg di tiamina

87 UI di vitamina A

345 mg di potassio

113 mg di magnesio

Le proteine dell’asimina apportano tutti gli aminoacidi che sono essenziali per l’organismo.

Inoltre questo frutto è fonte di acetogenina, una molecola dalla potenziale azione antitumorale.

 

Quando non mangiare l’asimina?

Non risultano interazioni scientificamente documentate tra il suo impiego e quello di farmaci o altre sostanze.

 

Stagionalità dell’asimina

E’ un frutto autunnale. Una volta raggiunta la piena maturazione, può essere conservata solo per alcuni giorni a temperatura ambiente, mentre in frigorifero può durare anche per una settimana. Se riposta al freddo prima della sua maturazione, può essere conservata anche per 3 settimane ed essere quindi portata a temperatura ambiente per consentire la sua maturazione prima del consumo.

 

Possibili benefici e controindicazioni dell’asimina

E’ utile per la salute soprattutto per la sua densità di nutrienti. La sua ricchezza in minerali, vitamine ed aminoacidi essenziali è paragonabile – o addirittura superiore – a quella delle banane, delle mele e delle arance. La sua acetogenina pare poter svolgere un’azione antitumorale basata sulla capacità di impedire la comunicazione tra le cellule del cancro, che condurrebbe alla loro morte.

Può scatenare allergie ed in taluni soggetti può essere causa di dermatiti allergiche.

 

Disclaimer

Le seguenti informazioni rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Azzeruole

Azzeruole

 

Che cosa sono le azzeruole?

Sono i frutti del Crataegus azarolus, specie che appartiene alla famiglia delle Rosaceae, diffusa tra il sud dell’Europa e le regioni occidentali dell’Asia. Secondo la maggior parte degli esperti di botanica la sua origine può essere collocata in Asia Minore o a Creta; questa pianta è oggi diffusa anche in Italia, in particolare in Lombardia, Liguria, Piemonte, Emilia-Romagna e Sicilia. Il suo frutto – dal sapore acidulo simile a quello delle nespole – può essere ingerito crudo, utilizzato per preparare dolci, conserve o gelatine, oppure messo sotto spirito. Se coltivato in zone dal clima temperato, sviluppa una polpa fragrante e zuccherina.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali delle azzeruole?

Le azzeruole sono fonti di:

fibre

minerali (soprattutto fosforo e ferro)

vitamine (soprattutto vitamina A e vitamina C)

tannini

glucosio

fruttosio

acidi organici (acido malico e acido citrico)

 

Quando non mangiare delle azzeruole?

Non risultano esservi interazioni tra il loro consumo alimentare e l’assunzione di medicinali o altre sostanze. Piante strettamente imparentate con il Crataegus azarolus sono però state associate a potenziali effetti collaterali e possono interagire con l’azione di farmaci betabloccanti e calcio antagonisti, con gli inibitori della fosfodiesterasi, con i nitrati, con la digossina e con la fenilefrina; per questo motivo, in caso di dubbi, è sempre consigliabile rivolgersi al proprio medico.

 

Periodo reperibilità/stagionalità

Fiorisce tra aprile e maggio, mentre la maturazione dei frutti si conclude a settembre. In Italia sono tre le varietà di maggior interesse commerciale: l’azzeruolo rosso d’Italia, l’azzeruolo bianco d’Italia e l’azzeruolo giallo del Canada.

 

Possibili benefici e controindicazioni delle azzeruole

Quelle fresche sono note per le loro proprietà dissetanti e rinfrescanti. Pare inoltre che possano esercitare effetti ipotensivi, diuretici e antianemiche, che contribuiscano a proteggere la salute degli occhi e che offrano un aiuto rivitalizzante alla pelle. I loro tannini sono inoltre dotati di proprietà astringenti.

Ai frutti di numerose specie del genere Crataegus sono state associate anche proprietà cardiotoniche.

 

Disclaimer

Le seguenti informazioni rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Babaco

Babaco

 

Che cos’è il babaco?

Si tratta del frutto della Carica pentagona Helb., specie che appartiene alla famiglia delle Caricaceae, la stessa cui appartiene anche la più rinomata papaya. Originaria dell’America del Sud, tale pianta è probabilmente il risultato dell’incrocio spontaneo fra Carica pubescens e Carica Stipulata. Oggi è coltivata anche in Israele, negli Stati Uniti, in Australia, in Nuova Zelanda e anche in Italia.

Sia la sua polpa che la sua buccia sono commestibili. Il frutto può essere consumato anche acerbo; una volta maturo la sua polpa e il suo sapore possono rammentare quelli dell’ananas.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali del babaco?

100 gr. di babaco apportano 21 calorie sotto forma di:

grassi (8,6%)

carboidrati (78,1%)

proteine (13,3%)

 

In particolare, 100 gr di babaco apportano:

1,1 g di fibre, di cui:

0,38 g di fibra solubile

0,70 g di fibra insolubile

28 mg di vitamina C

1,20 mg di niacina

0,20 mg di tiamina

0,05 mg di riboflavina

169 mg di potassio

13 mg di calcio

7 mg di fosforo

1 mg di sodio

0,30 mg di ferro

27 µg di vitamina A (retinolo equivalente)

92,5 g di acqua

4,5 g di carboidrati

0,7 g di proteine

0,2 g di lipidi

 

Quando non mangiare il babaco?

Non risultano esservi interazioni tra il consumo di babaco e l’assunzione di medicinali.

 

Periodo reperibilità/stagionalità

E’ pronto per il consumo tra la primavera e l’estate.

 

Possibili benefici e controindicazioni

Il suo tipico elevato contenuto in vitamina C (possono bastarne anche solo 2 fette per soddisfare il fabbisogno giornaliero di questo micronutriente) conferisce a tale frutto proprietà antiossidanti. La stessa vitamina C può inoltre supportare il buon funzionamento dell’intero sistema immunitario; fra le altre proprietà associabili a questo micronutriente è inoltre inclusa la promozione della sintesi di collagene. Il babaco rappresenta inoltre una buona fonte di minerali, fra cui potassio (che è utile per la salute cardiovascolare e per contrastare la ritenzione idrica). Tale frutto, infine, è noto per le sue proprietà antinfettive, digestive e rinfrescanti (soprattutto se consumato sotto forma di frullato o sorbetto).

 

Disclaimer

Le seguenti informazioni rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

 

Barbabietola rossa

Barbabietola rossa

 

Che cos’è la barbabietola rossa?

La Beta vulgaris var. rapa forma rubra – da non confondere con quella bianca utilizzata per la produzione dello zucchero – è un ortaggio che appartiene alla famiglia delle Chenopodiaceae. Dal sapore leggero e dolciastro, si presta ad essere inserita all’interno di molte ricette ed è un’ottima base per i centrifugati.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali?

100 gr. di barbabietola rossa cruda apportano circa 19 calorie, ripartite come segue:

77% carboidrati

23% proteine

In particolare, 100 gr. di barbabietole contengono:

84 mg di sodio

300 mg di potassio

0,04 mg di ferro

20 mg di calcio

21 mg di fosforo

0,03 mg di tiamina (vitamina B1)

0,02 mg di riboflavina (vitamina B2)

0,2 mg di niacina (vitamina B3 o vitamina PP)

7 mg di vitamina C

91,3 g di acqua

1,1 g di proteine

tracce di lipidi

0 mg colesterolo

4 g di carboidrati

4 g di zuccheri solubili

2,6 g di fibra totale

 

Al suo interno si trovano inoltre altre sostanze molto benefiche per l’organismo umano, come antociani e flavonoidi.

 

Quando non mangiare la barbabietola rossa?

Finora non sono state accertate interazioni tra il consumo di barbabietola rossa e l’assunzione di farmaci o altre sostanze.

 

Stagionalità della barbabietola rossa

Si raccolgono tra agosto e febbraio.

 

Possibili benefici e controindicazioni

Atteso il loro buon contenuto in sali minerali e vitamine, risultano essere rimineralizzanti e ricostituenti nonchè particolarmente benefiche (soprattutto negli stati influenzali). Le fibre e l’elevato quantitativo di acqua le rendono anche depurative e digestive. Poiché alcuni composti chimici presenti nell’ortaggio sembrano essere in grado di rivitalizzare i globuli rossi, il loro impiego è particolarmente raccomandato ai soggetti anemici. È consigliabile consumarle crude, appena stufate o gratinate. Sono invece da evitare prolungate cotture.

Attesa la presenza di elevate quantità di sali minerali e di ossalati, ne è sconsigliato l’impiego a chi soffre di calcolosi renale. Infine, poiché stimolano la produzione di succhi gastrici, il loro consumo non è consigliato a soggetti che soffrono di acidità di stomaco.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Barracuda

Barracuda

 

Che cos’è il barracuda?

Dal nome scientifico Sphyraena sphyraena, è un pesce appartenente alla famiglia Sphyraenidae. Noto anche come “luccio di mare”, è presente nel Mar Mediterraneo, nel Mar Nero e nell’Oceano Atlantico (in particolar modo nelle sue zone orientali). Ama i fondali sabbiosi e vive preferibilmente sotto costa. Esiste anche un’altra specie di barracuda – la Sphyraena viridensis (o barracuda bocca gialla), molto simile alla Sphyraena sphyraena – originaria dei mari tropicali ma oramai ben adattata anche all’interno del Mar Mediterraneo.

E’ un grande predatore: si ciba di altri pesci, crostacei e calamari. Raramente può attaccare l’uomo, ma solo per sbaglio: sembra difatti che sia attratto da eventuali oggetti metallici scintillanti scambiati per pesce azzurro. Sulle nostre tavole viene di solito servito bollito o in umido.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali?

100 g di barracuda apportano circa 81 calorie e:

 

0 g di carboidrati

6,12 g di lipidi

79 g di acqua

18,9 g di proteine

 

Quando non mangiare il barracuda?

Non risultano esservi accertate interazioni fra il consumo di barracuda e l’assunzione di medicinali o altre sostanze. Nel dubbio è opportuno chiedere consiglio al proprio medico.

 

Stagionalità del barracuda

Viene pescato tutto l’anno ma le sue catture si fanno più intense durante i mesi estivi.

 

Possibili benefici e controindicazioni del barracuda

In Italia viene venduto fresco, affumicato o sott’olio. Le sue carni – tenere e saporite – sono fonti di proteine di qualità elevata. Il suo contenuto in grassi è invece moderato.

Alcune tipologie di barracuda – in particolare il grande barracuda che vive nelle acque dell’Oceano Atlantico – sono state associate alla ciguatera (un’intossicazione alimentare causata dalla ciguatossina). In caso di assunzione, tale tossina può scatenare perdita o calo delle energie, contrazioni muscolari involontarie, perdita delle capacità di coordinare i muscoli, appannamento della vista, sfoghi cutanei, convulsioni, parestesie, pruriti e difficoltà di deglutizione. È possibile altrtesì che la ciguatera alteri la percezione del caldo e del freddo: un disturbo che può protrarsi anche per alcuni mesi.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Bergamotto

Bergamotto

 

Che cos’è il bergamotto?

E’ il frutto del Citurs bergamia, specie che appartiene alla famiglia delle Rutaceae dall’origine ancora incerta. Il bergamotto è coltivato in Calabria e se ne conoscono tre varietà principali: il fantastico, il femminello ed il castagnaro.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali?

Il bergamotto è composto per l’80% circa di acqua. Un frutto medio apporta circa 42 Calorie e:

10,7 g di carboidrati, di cui:

1,4 g di fibre

8,48 g di zuccheri

0,65 g di proteine

0,25 g di grassi, di cui:

0,031 g saturi

0,052 g polinsaturi

0,048 g monoinsaturi

vitamina C (36% del fabbisogno giornaliero in una dieta da 2000 calorie)

vitamina A (11% del fabbisogno giornaliero in una dieta da 2000 calorie)

133 mg di potassio

2 mg di sodio

calcio (3% del fabbisogno giornaliero in una dieta da 2000 calorie)

ferro (1% del fabbisogno giornaliero in una dieta da 2000 calorie)

Il bergamotto è inoltre fonte di magnesio, acido citrico e flavonoidi.

 

Quando non mangiare il bergamotto?

Può interagire con farmaci che aumentano la sensibilità della pelle alla luce solare, soprattutto se utilizzato sotto forma di olio da applicare sulla cute.

 

Periodo reperibilità/stagionalità del bergamotto

La sua stagione inizia ad ottobre e termina a marzo.

 

Possibili benefici e controindicazioni del bergamotto

Recenti studi scientifici hanno associato a tale frutto la potenziale capacità di ridurre i livelli di colesterolo LDL (quello comunemente definito “cattivo”); la sua efficacia parrebbe essere addirittura paragonabile a quella delle statine, farmaci di elezione per il controllo del rischio cardiovascolare. In effetti fra i benefici attribuibili al bergamotto viene citato il supporto nella lotta contro il colesterolo, ma sembrerebbe anche che tale agrume sia utile anche per controllare i trigliceridi e – più in generale – per proteggere la salute del cuore.

In molti casi, però, i benefici cui si fa riferimento non derivano tanto dal consumo alimentare del frutto, bensì dall’uso dell’olio essenziale ricavato dalla sua buccia, le cui applicazioni spaziano principalmente nei campi dell’aromaterapia e della cosmetica.

 

Disclaimer

Le seguenti informazioni rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Bieta

Bieta

 

Che cosa è la bieta?

La beta vulgaris è un ortaggio molto conosciuto e diffuso nella cucina italiana. Le tipologie di bieta più diffuse sono due: la bieta a foglie larghe (o bieta erbetta) e la qualla a coste.

La bieta erbetta ha foglie piuttosto sottili e dimensioni contenute, la bieta a coste invece ha foglie grandi e larghe – dal colore verde intenso – con un’importante nervatura centrale, da cui il nome. La varietà più nota è quella a coste bianche, ma ne esistono anche altre diverse varietà con coste rosse o argentee.

La bieta viene chiamata anche “bietola”.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali?

100 gr. di bieta bollita in acqua, senza aggiunta di sale, apportano circa 33 calorie, ripartite come segue:

64% carboidrati

31% proteine

5% lipidi

 

In particolare, 100 gr. di bieta cotta in acqua senza aggiunta di sale contengono:

76,8 g di acqua

2,8 g di proteine

0,2 g di lipidi

6 g di carboidrati

6 g di zuccheri solubili

52 mg di magnesio

1,5 mg di zinco

18 mg di vitamina C

1,6 g di fibra totale

20 mg di sodio

220 mg di potassio

2 mg di ferro

130 mg di calcio

62 mg di fosforo

luteina, zeaxatina, quercetine, vitamina K

 

Quando non mangiare la bieta?

A oggi non sono ancora note interazioni tra il consumo di bieta e l’assunzione di medicinali o altre sostanze.

 

Stagionalità della bieta

Viene raccolta tutto l’anno, tranne nei mesi più freddi.

 

Possibili benefici e controindicazioni

Grazie all’apporto di fibre e acqua, la bieta , regola i livelli di glucosio nel sangue, facilita il transito intestinale ed aumenta il senso di sazietà. Il suo limitato apporto energetico ne fa un alimento ideale in regimi a basso contenuto calorico. Atteso il suo contenuto in zeaxatina,luteina, quercetine e altre sostanze antiossidanti, essa aiuta a prevenire l’invecchiamento. Come altri ortaggi a foglia verde intenso, la bieta è ricca di calcio (utile per la salute di ossa e denti) e di vitamina K (rinforza le ossa ed è utile a mantenere in buona salute il sistema nervoso poiché partecipa allo sviluppo della guaina mielinica che protegge i nervi).

Il potassio contribuisce a tenere sotto controllo i valori della pressione sanguigna e il vantaggioso rapporto potassio/sodio fa sì inoltre che tale ortaggio abbia buone proprietà diuretiche. Grazie alla luteina, essa risulta protettiva per gli occhi, mentre la biotina produce benefici effetti per la salute di capelli e pelle e capelli.

Finora non sono state accertate controindicazioni al suo consumo, salvo che si sia allergici a questo ortaggio.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Boga

Boga

 

Che cos’è la boga?

Il Boops boops è un pesce di acqua salata che appartiene alla famiglia Sparidae. Amante dei fondali rocciosi e di quelli abitati dalla Posidonia oceanica, è un pesce costiero in grado di vivere in diversi ambienti. È diffuso nell’Oceano Atlantico, nel Mar Nero e nell’Oceano Atlantico.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali della boga?

100 gr. di boga cruda (parte edibile) apportano circa 87 calorie suddivise nel seguente modo:

12% lipidi

4% carboidrati

84% proteine

 

Nello specifico, in 100 gr. di boga cruda (parte edibile) si trovano approssimativamente:

25 mg di colesterolo

0,7 g di zuccheri disponibili

2,1 mg di niacina

264 mg di fosforo

38 mg di calcio

1,2 mg di ferro

0,1 mg di riboflavina

0,08mg di tiamina

48 µg di vitamina A

348 mg di potassio

16,7 g di proteine

3,5 g di lipidi

76,1 g di acqua

 

Quando non mangiare la boga?

Non vi sono al momento interazioni tra il suo consumo e l’assunzione di farmaci o altre sostanze. Nel dubbio è opportuno chiedere consiglio al proprio medico.

 

Stagionalità della boga

Depone le uova da gennaio a maggio e non risultano esservi particolari restrizioni alla sua pesca.

 

Possibili benefici e controindicazioni della boga

Non è un pesce particolarmente apprezzato in cucina, soprattutto perché la sua carne tende – nel giro di qualche giorno – ad assumere un odore sgradevole. Ciò nonostante ha delle caratteristiche nutrizionali interessanti: ricca di proteine di qualità elevata, apporta vitamine del gruppo B (importanti per il buon funzionamento del metabolismo) e vitamina A (alleata della vista e del sistema immunitario nonché di fondamentale importanza durante la crescita). Inoltre il potassio in esso contenuto può aiutare a proteggere la salute cardiovascolare, controllando sia la pressione del sangue che la frequenza cardiaca; il calcio e il fosforo a proteggere la salute delle ossa e dei denti, il ferro a evitare anemie.

Essa è però una fonte di colesterolo e secondo le Linee Guida per la Prevenzione dell’Aterosclerosi del Ministero della Salute, al fine di proteggere la salute cardiovascolare, è bene limitare l’assunzione di questa molecola a non più di 300 mg al dì (o a non più di 200 mg al dì, qualora si soffra di disturbi cardiovascolari).

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Carambola

Carambola

 

Che cos’è la carambola?

Si tratta del frutto dell’Averroha carambola, specie che appartiene alla famiglia delle Oxalidaceae. Originaria della penisola malese, è coltivata in numerose zone del Sudest asiatico, nelle isole del Pacifico, negli USA, in Cina e in Brasile.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali della carambola?

100 gr. di carambola apportano 31 calorie e:

34,4 mg di vitamina C

0,15 mg di vitamina E

0,367 mg di niacina

0,017 mg di piridossina

0,016 mg di riboflavina

0,014 mg di tiamina

61 UI di vitamina A

0,12 mg di zinco

0,08 mg di ferro

6,73 g di carboidrati

1,04 g di proteine

0,33 g di lipidi

2,80 g di fibre

12 µg di folati

133 mg di potassio

12 mg di fosforo

10 mg di magnesio

3 mg di calcio

2 mg di sodio

 

E anche una fonte di flavonoidi (in particolare di acido gallico, quercetina e epicatechine), per un totale di 143 mg di flavonoidi ogni 100 gr di frutto.

 

Quando non mangiarla?

Essa può interagire con molti medicinali, aumentando gli effetti avversi o la tossicità inibendo – nell’intestino e nel fegato – l’enzima citocromo P450 3A4. Per tale motivo è opportuno chiedere consiglio al proprio medico sui rischi associabili al suo utilizzo.

 

Periodo reperibilità/stagionalità

La sua reperibilità commerciale dipende dal paese di origine.

 

Possibili benefici e controindicazioni

Il suo consumo contribuisce ad aumentare l’apporto di fibre, benefiche alleate della salute intestinale e cardiovascolare. Mangiare carambola aiuta altresì a fare il pieno di antiossidanti, dalla vitamina C ai flavonoidi, che proteggono le cellule dai radicali liberi. Le vitamine del gruppo B invece esercitano la loro azione come cofattori per diversi enzimi. Infine, il potassio contenuto in questo frutto contribuisce al controllo del battito cardiaco e della pressione arteriosa.

Si tratta di uno dei frutti più ricchi di ossalati (molecole che possono promuovere la formazione di calcoli e interagire con l’assorbimento di importanti nutrienti, come magnesio e calcio).

 

Disclaimer

Le seguenti informazioni rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Carne salada, fumada e salmistrata

Carne salada, fumada e salmistrata

 

Che cos’è carne salada, fumada e salmistrata?

Carne salada, fumada e salmistrata sono tre varianti di un medesimo prodotto alimentare a base di carne – in genere di manzo, ma anche cavallo, maiale o capra – tipico del Trentino Alto Adige. La carne viene conservata tramite salagione o salamoia secca, utilizzando nella sua preparazione anche vino ed aromi. A causa di tale suo particolare processo di lavorazione la carne salada e salmistrata viene considerata di fatto come un salume. In alcuni casi il metodo di conservazione scelto è invece un’affumicatura abbinata alla salamoia ed il prodotto finale – che si ottiene dopo almeno 30 giorni di stagionatura – è detto carne fumada.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali?

Le proprietà nutrizionali della carne salada, fumada o salmistrata dipendono da vari fattori; nello specifico dalla carne, dal sale e dagli aromi utilizzati.

100 gr. di carne salada a base di manzo preparata con sale grosso, pepe, aglio, erbe aromatiche e bacche di ginepro apportano per esempio 130 calorie circa e:

1,3 g di grassi, fra cui:

0,638 g di acidi grassi saturi

0,564g di acidi grassi monoinsaturi

0,047 g di acidi grassi polinsaturi

53 mg di colesterolo

1.873 mg di sodio

195 mg di potassio

20,87 g di proteine

1,85 g di carboidrati

1,64 g di zuccheri

 

Quando non mangiarla?

Non risultano esservi interazioni specifiche tra il consumo di carne salada, fumada o salmistrata e l’assunzione di medicinali o altre sostanze. Nel dubbio è sempre opportuno chiedere consigli al proprio medico.

 

Reperibilità della carne salada, salmistrata e fumada

Questa tipologia di carne è sempre reperibile.

 

Possibili benefici e controindicazioni

Gli alimenti di origine animale sono un’ottima fonte di proteine di elevata qualità. Di solito il problema associato al loro impiego è la dose di grassi saturi e di colesterolo che portano unitamente alle proteine e agli altri nutrienti presenti al loro interno. Nel caso della carne salada, fumada e salmistrata tale fattore negativo è contenuto grazie dalla rimozione del grasso visibile prima della lavorazione della carne. Tuttavia, talee tipo di carne resta una fonte di alte dosi di colesterolo. Inoltre si tratta di un alimento ad elevato contenuto di sodio, il cui apporto non dovrebbe superare i 2 grammi al giorno.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Carpa

Carpa

 

Che cos’è la carpa?

Dal nome scientifico Cyprinus carpio, è un pesce che appartiene alla famiglia delle Cyprinidae. Si tratta di una specie originaria dell’Oriente, già presente in Italia dall’epoca romana.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali della carpa?

100 gr. di carpa cotta apportano circa 162 calorie ripartite come segue:

40% lipidi

60% proteine

In particolare, in 100 gr. di carpa sono presenti circa:

1,9 mg di zinco

1,6 mg di ferro

0,06 mg di rame

0,06 mg di manganese

16,2 µg di selenio

2,1 mg di niacina

1,6 mg di vitamina C

0,882 mg di acido pantotenico

0,235 mg di piridossina

0,12 mg di tiamina

0,06 mg di riboflavina

22,9 g di proteine

7,2 g di lipidi, di cui: 1,8 g di grassi polinsaturi (di cui 900 mg di omega 3 e 663 mg di omega 6), 84,11 mg di colesterolo, 1,4 g di grassi saturi e 3 g di grassi monoinsaturi,

32 UI di vitamina A

1,47 µg di vitamina B12

531 mg di fosforo

427 mg di potassio

63 mg di sodio

52 mg di calcio

38 mg di magnesio

 

Quando non mangiare la carpa?

Non risultano esservi condizioni accertate in cui il consumo di carpa potrebbe interagire con medicinali o altre sostanze. Nel dubbio è sempre consigliabile chiedere consiglio al proprio medico.

 

Periodo di reperibilità della carpa

In determinate regioni la pesca a tale pesce è bandita in alcuni periodi dell’anno. In particolare, il Piemonte la vieta dall’1 al 30 giugno, la Lombardia dal 15 maggio al 30 giugno.

 

Possibili benefici della carpa

Questo pesce è un’ottima fonte di proteine di qualità, di acidi grassi omega 3 (che sono grandi alleati della salute cardiovascolare) e di fosforo (benefico per la salute di ossa e denti e importante anche per il cuore, i reni e i muscoli nonché per il buon funzionamento del metabolismo e per la trasmissione dell’impulso nervoso). E’ altresì una buona fonte di vitamina B12 – coinvolta nel metabolismo dei grassi, nel funzionamento del sistema nervoso e nella sintesi degli acidi nucleici e dell’emoglobina nonchè di selenio, che riveste grande importanza per le difese antiossidanti dell’organismo.

 

Possibili controindicazioni della carpa

Si tratta purtroppo di un alimento piuttosto ricco di colesterolo, la cui assunzione non dovrebbe mai superare i 300 mg al giorno (nel caso degli adulti in buono stato di salute) e i 200 mg al giorno (per chi presenta problemi cardiovascolari nella sintesi degli acidi nucleici e dell’emoglobina).

 

Disclaimer

Le seguenti informazioni rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Carrube-carruba

Carrube-carruba

 

Che cosa sono le carrube?

Sono i frutti della Ceratonia siliqua, specie facente parte della famiglia delle Leguminosae originaria della Siria e della Palestina e oggi tipica anche dell’area mediterranea. Sia le silique che i semi sono commestibili.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali delle carrube?

100 g di carrube (parte edibile) apportano 207 calorie ripartite nel seguente modo:

6% proteine

3% lipidi

91% carboidrati

 

In particolare, 100 g di farina di carrube apportano circa 222 calorie, così diitribuite:

3,7 g di acqua

4,8 g di proteine

0,7 g di lipidi, di cui:

0,2 g di grassi monoinsaturi

0,2 g di grassi polinsaturi (fra cui circa 4 mg di omega 3 e circa 210 mg di omega 6)

0,1 g di grassi saturi

49 g di zuccheri

40 g di fibra

 

Fra le vitamine e i minerali, 100 gr di farina di carrube apportano circa:

0,9 mg di zinco

0,6 mg di rame

0,5 mg di manganese

5,3 g di selenio

0,2 mg di vitamina C

0,1 mg di tiamina

14 UI di vitamina A

29 g di folati

827 mg di potassio

347 mg di calcio

79 mg di fosforo

54 mg di magnesio

35 mg di sodio

2,9 mg di ferro

12 mg di colina

1,9 mg di niacina

0,6 mg di vitamina E

0,5 mg di riboflavina

0,4 mg di vitamina B6

 

Le carrube sono anche una buona fonte di tannini (ad esempio di acido gallico).

 

Quando non mangiare le carrube?

Sembra che possano aumentare l’effetto delle statine e di altri medicinali per combattere il colesterolo. In caso di diabete potrebbe alterare il livello dell’insulina. Nel dubbio è bene consultarsi col proprio medico.

 

Stagionalità delle carrube

Si raccolgono in estate.

 

Possibili benefici e controindicazioni delle carrube

Tali frutti sono considerati un buon sostituto della polvere di cacao: ricche di fibre, ma con pochi grassi; come il cacao sono una fonte di antiossidanti, ma non apportano caffeina.

Le loro proprietà nutrizionali potrebbero inoltre farne un buon alleato contro dolore, influenza, tosse, osteoporosi, allergie e virus. La carruba viene però utilizzata soprattutto per combattere i problemi gastrointestinali (in particolare la diarrea); sembra altresì che possa aiutare ad abbassare il colesterolo e a proteggere la salute di gola e corde vocali. Infine, la sembra essere un prezioso alleato delle diete dimagranti perché è in grado di inibire alcuni enzimi digestivi e di indurre un senso di sazietà.

 

Disclaimer

Le seguenti informazioni rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Casimiroa

Casimiroa

 

Che cos’è la casimiroa?

Nota anche come sapote bianco, è il frutto della Casimiroa edulis, pianta facente parte della famiglia delle Rutaceae. Si tratta di un albero originario delle regioni centrali del Messico; oggi viene coltivato nelle zone del mondo a clima subtropicale. I suoi frutti presentano una forma tondeggiante e sono avvolti da una sottile buccia verde-giallastra. La polpa – di color bianco-crema – ha un sapore molto simile a quello della pesca, con sfumature che variano in base alla varietà cui appartiene la pianta. Può essere mangiata da sola, essere aggiunta a delle insalate o essere utilizzata per preparare marmellate, gelati o frappè.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali?

Per ogni grammo edibile di frutto, essa apporta 1,2 calorie e:

0,303 mg di acido ascorbico

0,005 mg di niacina

0,004 mg di tiamina

0,0004 mg di riboflavina

0,204 mg di fosforo

0,099 mg di calcio

0,0033 mg di ferro

0,0005 mg di beta-carotene

0,15 g di carboidrati

3,0 g di lipidi

0,009 g di fibre

 

Quando non mangiare la casimiroa?

Non risultano esservi interazioni accertate tra l’impiego alimentare di casimiroa e l’assunzione di medicinali o altre sostanze. Nel dubbio è bene chiedere consiglio al proprio medico.

 

Stagionalità della casimiroa

Alcune sue varietà producono frutti durante tutto l’anno, ma nella maggior parte dei casi la maturazione avviene in ottobre o in febbraio, a seconda della zona in cui viene coltivata.

 

Possibili benefici e controindicazioni

In Messico e nell’America Centrale si reputa che il suo consumo possa contribuire ad alleviare i dolori associati all’artrite e ai reumatismi. Pare altresì che mangiare questo frutto possa indurre sonnolenza; i suoi semi provocherebbero difatti un vero e proprio effetto narcotizzante. Nel passato tale effetto è stato attribuito a una molecola, la casimirina, che secondo studi successivamente effettuati non sarebbe presente nei semi casimiroa. Gli stessi studi hanno messo in dubbio le complessive asserite proprietà ipnotiche dei semi di casimiroa.

Sono state loro attribuite anche proprietà ipotensive; schiacciati ed arrostiti

aiuterebbero la guarigione delle ferite infette. Si rammenta il fatto che non devono essere mangiati: sono tossici, specialmente se assunti crudi.

Infine, in Costa Rica le foglie di casimiroa sono utilizzate per la preparazione di decotti antidiabetici.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Cavoli e Verza

Cavoli e Verza

 

Che cosa sono?

Sono delle verdure che appartengono alla famiglia delle Brassicaeae. Scientificamente sono noti come Brassica oleracea var. capitata.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali?

100 gr. di cavoli o verza apportano circa 25 calorie e:

1,28 g di proteine

92,18 g di acqua

3,20 g di zuccheri

2,5 g di fibre

0,10 g di lipidi, fra cui:

0,034 g di grassi saturi

0,017 g di grassi monoinsaturi

0,017 g di grassi polinsaturi

98 UI di vitamina A

36,6 mg di vitamina C

0,234 mg di niacina

0,212 mg di acido pantotenico

0,15 mg di vitamina E

76 mg di vitamina K

43 mg di folati

170 mg di potassio

40 mg di calcio

26 mg di fosforo

18 mg di sodio

12 mg di magnesio

0,47 mg di ferro

0,18 mg di zinco

0,160 mg di manganese

0,124 mg di vitamina B6

0,061 mg tiamina

0,040 mg di riboflavina

 

Sono una fonte di alfa- e beta-carotene, isotiocianati, indolo-3-carbinolo, luteina/zeaxantina e tiocianati.

 

Quando non mangiarli?

Il consumo di cavoli e verza potrebbe interferire con l’assunzione di anticoagulanti. In caso di dubbi è bene consultarsi con il proprio medico.

 

Periodo reperibilità/stagionalità

I cavoli sono presenti sul mercato italiano durante tutto l’anno.

 

Possibili benefici e controindicazioni

Il consumo di cavoli e verza può contribuire a proteggere la salute cardiovascolare; il merito è sia dell’apporto di vitamina K (importante per la coagulazione) che del loro contenuto in potassio nonché di molecole che aiutano a combattere l’aterosclerosi. Fra queste ultime sono inclusi diversi antiossidanti, che esercitano anche una funzione protettiva nei confronti della pelle (vitamina A, C ed E), della vista (in particolare i carotenoidi) e contro l’insorgenza dei tumori. Selenio e manganese sono altresì importanti cofattori di enzimi facenti parte delle difese antiossidanti interne all’organismo. Cavoli e verza sono anche fonti di vitamine B, che sono importanti per garantirsi un buon metabolismo. Infine, questi ortaggi aiutano a proteggere la salute delle ossa grazie al loro apporto di magnesio, calcio e fluoro e apportano ferro che è fondamentale per la produzione dei globuli rossi.

Questi due ortaggi sono fonti di goitrogeni pericolosi per chi soffre di disturbi alla tiroide.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.